Brexit: agevolazioni per gli studenti Ue valide anche per 2017/2018

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Oxford University

I giovani europei che faranno domanda per il prossimo anno accademico nelle Università del Regno Unito avranno diritto a prestiti e borse di studio per tutta la durata del corso

La Brexit non metterà fine alle agevolazioni per gli studenti europei, o almeno non per il prossimo anno scolastico. Il governo britannico ha infatti annunciato che gli studenti dell’Unione europea che hanno intenzione di frequentare un’università del Regno Unito nell’anno 2017/2018 avranno accesso a prestiti universitari e borse di studio per tutta la durata del corso.

 

Una maggior stabilità per tutti- A dare la notizia è stato il Ministro dell'Università e della Scienza Jo Johnson, che ha spiegato: “ Sapevamo che con il risultato del referendum ci saremmo trovati a dover affrontare delle situazioni di incertezza per quanto riguarda il sistema dell’istruzione superiore. Gli studenti internazionali forniscono un grande contributo alle nostre classi e vogliamo che continuino a poterlo fare. Il fatto che possano continuare a godere di agevolazioni per tutta la durata dei loro corsi garantisce stabilità a loro e a noi”.

 

Il grande contributo degli studenti europei alle università britanniche- Ad esercitare forti pressioni sul governo negli ultimi mesi erano stati i rettori e i vice-rettori delle università britanniche: il termine per le iscrizioni ai corsi di alcuni prestigiosi atenei come Oxford e di molte Alte scuole di medicina è infatti fissato per la fine della settimana entrante, e il settore universitario del Regno Unito dipende fortemente dalla presenza di studenti europei. Stando a quanto dichiarato dagli stessi rettori in una lettera aperta inviata al quotidiano inglese “The Indipendent” lo scorso giugno, le università della Gran Bretagna portano oltre 73 miliardi di sterline all’anno nelle casse del Paese e di questi, quasi 4 miliardi vengono generati da studenti provenienti dagli altri membri dell’Unione. Si stima inoltre che oltre il 42% dei ricercatori del Regno Unito provenga da uno degli Stati dell’Ue.

 

Il dietrofront del governo- Solo lo scorso 5 ottobre, al congresso annuale del Partito conservatore a Birmingham, Amber Rudd, segretaria all’Interno del partito della premier Teresa May, aveva annunciato di voler diminuire il numero di visti per gli studenti internazionali, e di voler istituire un fondo di 140 milioni per controllarne l'afflusso. Il governo aveva tuttavia già formalmente abbandonato la proposta.

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