Dopo sei mesi di paralisi istituzionale a Madrid, il terremoto venuto da Londra rischia di rendere la tornata elettorale ancora più imprevedibile
Dopo il voto dei britannici nel referendum sulla permanenza nell'Ue - LO SPECIALE - , ora a Bruxelles si guarda con maggiore preoccupazione all'effetto domino. Oggi 26 giugno si vota in Spagna per cercare di formare nuovi governo e parlamento, con la formazione euro-critica Podemos in testa nei sondaggi.
Esito incerto - Ma l'esito del voto è molto incerto e la maggior parte degli analisti ipotizza che neanche questa seconda consultazione elettorale, a sei mesi di distanza dalla prima, basterà per arrivare alla formazione di un nuovo governo. Dopo le elezioni del 20 dicembre, nessuno dei partiti in lizza ha ottenuto la maggioranza necessaria per la formazione dell'esecutivo.
I candidati - Quattro i candidati a premier, leader dei rispettivi partiti. Il premier uscente e in pectore Mariano Rajoy, capo del Partito Popolare, eletto nel 2011; il segretario del Partito Socialista (Psoe) Pedro Sanchez; Pablo Iglesias, leader di Podemos che per queste elezioni ha stipulato un'alleanza con il partito di estrema sinistra Izquierda Unida, denominata "Unidos Podemos"; Albert Rivera Diaz, leader del partito centrista e anti-sistema Ciudadanos.
Sondaggi - E proprio sulle alleanze si giocherà la partita per la formazione del nuovo governo, dati i sondaggi che in pratica escludono che uno dei partiti in lizza conquisti i 176 seggi del Congresso necessari per governare in solitudine. Le ultime rilevazioni effettuate prima dello stop alla pubblicazione di nuovi sondaggi vedono il Pp al 29,5%, Unidos Podemos al 24,7%, Psoe al 21% e Ciudadanos al 14,7%