Usa 2016, dimmi come ti chiami e ti dirò per chi voti

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Raffaele Mastrolonardo

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Le Miriam probabilmente voteranno democratici, i Duane quasi sicuramente sceglieranno repubblicani. Sono alcune curiosità rivelate da un progetto che ha analizzato le donazioni politiche effettuate

Nel nome è scritto un po' del nostro destino, si dice. E forse, si potrebbe aggiungere, anche della nostra appartenenza politica. A suggerirlo è una recente analisi dei contributi per le campagne elettorali effettuati negli Stati Uniti dal 1996 a oggi che rivela come alcune denominazioni preferiscano uno schieramento piuttosto che un altro. I Billy, per esempio, tendono ad essere al 65% sostenitori dei repubblicani. Le donne chiamate Kate, invece, mostrano una forte preferenza per i democratici: è a loro che offrono il proprio supporto economico nel 74% dei casi. Stessa cosa per le Ellen (al 67% progressiste) e i Marc (58%). All'opposto, i James (58%), i Jack (58%) e i Larry (59%) hanno una forte attrazione per i conservatori. 

 

Per chi votano Juan e Carmen - Insomma, almeno a guardare i dati dei contributi alle campagne sembra che certi nomi abbiano maggiori probabilità di altri di finire sulle carte di identità di persone con determinate opinioni politiche. Il che vale anche per le primarie in corso, quelle che nomineranno i candidati alla Casa Bianca.

Secondo l'indagine - realizzata da Verdant Labs, società che produce applicazioni per le piattaforme mobili - se uno si chiama Mohammad voterà quasi sicuramente (85% dei casi) per Hillary Clinton, stessa cosa per Juan (84,1%) e Carmen (81%). I Billy, invece, hanno ottime probabilità di scegliere Ted Cruz se è vero che il 65% di coloro che sono stati battezzati così e hanno effettuato donazioni politiche lo hanno fatto a favore del senatore del Texas, principale avversario di Donald Trump per la nomination repubblicana.

 

I Bobby stanno con Donadl - Meno nette sembrano le preferenze associate ad altri nomi. I Karl tendono a dare il proprio appoggio a Bernie Sanders: così ha fatto il 47,9% di coloro che sono chiamati in questo modo. Mentre i Bobby nell'11% dei casi stanno dalla parte di Donald Trump e il 15 % dei Glen ha dato un sostegno economico a John Kasic, altro candidato repubblicano.

Come ha notato il quotidiano americano Washington Post, anche dando un'occhiata ai nomi meno inclini ad appoggiare un candidato si può forse imparare qualcosa. Si scopre per esempio le ultime cinque denominazioni nella lista relativa a Hillary Clinton sono tutte maschili, mentre per Donald Trump sono femminili. Sarà un caso?

 

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