Secondo indiscrezioni, i magistrati del Cairo negano che la custodia cautelare per il consulente della famiglia di Giulio sia legata alla morte dello studente italiano. “E’ stata applicata per corteo non autorizzato”. Il fermo intanto è stato prolungato di altri 15 giorni
L’arresto di Abdallah non è legato a Regeni. E’ quanto sostengono fonti della procura generale del Cairo secondo quanto riportato dal sito del quotidiano Al Masry Al Youm.
La "custodia cautelare" applicata al consulente egiziano della famiglia di Giulio Regeni, l'ingegnere Ahmed Abdallah Al Sheikh, amministratore della Commissione Egiziana per i diritti e le libertà (Ecfr), è stata attuata per "manifestazione senza autorizzazione, una questione che non ha nulla a che fare con la famiglia dello studente italiano". Il fermo rientrerebbe nell'ambito delle inchieste sulle manifestazioni contro l'accordo di cessione di alcune isole del Mar Rosso dall'Egitto all'Arabia Saudita. Proteste che negli ultimi giorni hanno portato l'opposizione a scendere in piazza.
Doaa Mostafa, un avvocato della stessa Commissione di Abdallah, ha aggiunto che la procura ha deciso la custodia cautelare per dieci imputazioni tra le quali l'uso della forza allo scopo di rovesciare il regime, la pubblicazione di notizie tali da turbare l'ordine pubblico e la violazione del pubblico interesse. Reati che, secondo la legge anti-terrorismo egiziana, potrebbero costare anni di carcere ad Abdallah in attesa della sentenza. La procura per ora ha deciso di prolungare di altri 15 giorni la custodia cautelare. Ieri, la famiglia di Giulio Regeni aveva espresso preoccupazione per l’arresto del presidente della Commissione egiziana diritti e libertà, che offre consulenza ai loro legali, chiedendone il rilascio.