Attesi in serata a Roma per incontrare gli investigatori italiani che stanno indagando sulla morte del ricercatore italiano. La procura acquisisce i messaggi inviati da un anonimo al quotidiano Repubblica: rivelerebbero il nome di chi ha ucciso Regeni
Arriverà stasera a Roma la delegazione egiziana che da domani mattina incontrerà inquirenti e investigatori della Capitale nell'ambito della collaborazione instaurata per fare luce sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo.
Intanto, dopo le parole di Gentiloni e la prima dura reazione dell’Egitto, è stato il presidente egiziano Al Sisi a smorzare i toni e a promettere collaborazione.
Sulla vicenda spuntano però due indiscrezioni, rilanciate dai quotidiani La Repubblica e La Stampa in edicola oggi. Il giornale romano rivela che un anonimo, che si dichiara membro della polizia segreta egiziana, scrive da qualche giorno al quotidiano accusando i vertici egiziani e svelando dettagli delle torture inflitte a Regeni mai resi pubblici, conosciuti solo dagli inquirenti italiani.
Secondo fonti al Cairo della Stampa, il nome che l'Egitto “sacrificherà" per la responsabilità della morte di Regeni potrebbe essere quello del generale Khaled Shalabi. Lo stesso nome compare nella serie di mail inviate a Repubblica dal personaggio anonimo, il quale afferma che "l'ordine di mettere sotto controllo Regeni e poi di sequestrarlo è stato impartito da Shalabi". La documentazione è stata acquisita dalla procura di Roma.
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