Egitto, fonti sicurezza: "Due arresti per la morte di Giulio Regeni"

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Polizia, carabinieri e Interpol sono al Cairo per cercare di fare luce sulla morte del 28enne friulano. Alfano: vogliamo la verità. Atteso nella giornata di sabato il rientro della salma in Italia

La polizia egiziana avrebbe arrestato due persone sospettate di aver avuto un ruolo nell'uccisione dello studente italiano Giulio Regeni. Lo hanno riferito fonti della  sicurezza egiziana all'agenzia Dpa, senza chiarire se i due arrestati siano egiziani o stranieri. "Le agenzie di sicurezza - hanno spiegato  le fonti - hanno raccolto indizi importanti sul caso, i quali dimostrano che si è trattato di un atto criminale non collegato al terrorismo". "I dettagli su questi indizi saranno resi noti entro alcune ore", hanno aggiunto le fonti.

Alfano: vogliamo la verità - Nella giornata di venerdì, intanto, sono arrivati sette uomini di polizia, carabinieri e Interpol, con il compito di seguire, in sinergia con le autorità egiziane, le indagini in corso. "Noi abbiamo un solo obiettivo" afferma il ministro Alfano, che si dice sicuro che "il presidente egiziano collaborarerà".

Il rientro della salma - La salma di Giulia è attesa domani, sabato 6 febbraio, intorno alle 13 nello scalo aeroportuale di Fiumicino. Il corpo sarà poi trasferito nell'istituto di medicina legale La Sapienza dove sarà eseguita l'autopsia, disposta dalla procura di Roma che indaga per omicidio volontario.

Giulio Regeni "aveva paura”
- Il 28enne, trovato morto mercoledì ai margini dell'autostrada tra la capitale egiziana e Alessandria, scriverva occasionalmente per il Manifesto storie del movimento sindacale egiziano ma sotto pseudonimo. E proprio oggi il quotidiano pubblica l’ultimo articolo spedito dal dottorando friulano all’inizio di gennaio, nonostante la diffida della famiglia del ragazzo.

Il Manifesto: facciamo la sua volontà - Siamo “convinti di fare la sua volontà” scrive nell’editoriale Tommaso Di Francesco. E’ vero, afferma, Giulio temeva per la sua incolumità e “questa è la verità che vogliamo proporre e testimoniare sulla sua morte violenta al Cairo di fronte alle troppe reticenze ufficiose ed ufficiali e alle gravi contraddizioni delle prime indagini tra la procura egiziana, che conferma le torture indicibili, e il ministero degli Interni che le smentisce". "E' stata una scelta difficile  - dice a Sky TG24 Marco Boccitto -  ma volevamo offrire ai lettori testimonianza del suo lavoro" -  VIDEO

 

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In Egitto, la seconda vita dei sindacati indipendenti”, questo il titolo dell’articolo del dottorando di Cambridge, che da settembre era al Cairo per scrivere una tesi sull'economia egiziana presso l'American University.

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