Elezioni in Spagna, vince Rajoy ma senza maggioranza

Mondo
I sostenitori di Podemos festeggiano in strada
podemos_festa_Elezioni_getty

Il Partido Popular del premier si conferma primo ma i numeri profilano un quadro difficile: per governare sarà necessaria una coalizione. Seguono i socialisti del Psoe. Terzo Podemos: "Inizia una nuova era". GLI AGGIORNAMENTI

Il voto 'storico' della Spagna, che alle politiche di oggi ha detto addio al sistema del bipartitismo al potere dalla morte del dittatore Franco, secondo i risultati che arrivano dalle urne dà una vittoria fragile al premier Mariano Rajoy. Il Partido Popular di Rajoy è infatti primo con oltre il 28,% dei voti ma con solo 122 seggi su 350 in Parlamento (QUI GLI AGGIORNAMENTI CON I RISULTATI DEFINITIVI). Perderebbe quindi la maggioranza assoluta di 186 deputati conquistata nel 2011.

A seguire i socialisti del Psoe con più del 22% mentre il movimento di sinistra e antiausterità Podemos avrebbe superato il 20% davanti a Ciudadanos a più del 13%. I due partiti emergenti non avevano rappresentanti nel parlamento uscente.  

 

Podemos: "Nasce una nuova Spagna" - Le elezioni politiche di oggi segnano la nascita di una "nuova Spagna" e l'inizio di una "nuova transizione" politica, ha detto il numero due di Podemos Inigo Errejon. Il paese che si sveglierà domani, ha aggiunto, è "un'altra Spagna". Il partito "sarà all'altezza delle ansie di cambiamento della nostra gente".

 

Quadro difficile di governabilità - Sulla base dei dati che arrivano dalle urne, la Spagna potrebbe dovere rinunciare definitivamente non solo alla comodità del bipartitismo - vince il Pp o il Psoe - che ha governato il paese dal ritorno della democrazia 40 anni fa, ma anche alla sua leggendaria stabilità politica entrando in scenari 'all'italiana'. Sulla base dei dati che arrivano, si delineerebbe infatti un quadro di difficile governabilità. Non solo nessun partito otterrebbe la maggioranza assoluta. Ma anche le coalizioni 'coerenti' fra i partiti della 'vecchia' politica e quelli del 'nuovo', fra Pp e Ciudadanos o fra Psoe e Podemos, ipotizzate dagli analisti prima del voto, resterebbero sotto la maggioranza assoluta di 176 seggi nel Congresso di Madrid. E il risultato in seggi del Pp, se confermato, renderebbe difficile un governo minoritario di Rajoy. O allora si dovrebbe fare ricorso a una qualche improbabile stampella di qualche deputato di piccoli partiti nazionalisti.

 

 

Una coalizione per garantire i 176 seggi - Questa situazione complicata rischia di dare un ruolo senza precedenti al giovane re Felipe VI, che potrebbe dover mediare per nuove alchimie che consentano di evitare un ritorno anticipato alle urne. Una ipotesi che preoccupa gli ambienti finanziari, in un paese ancora in convalescente uscita dal tunnel della crisi più profonda dell'ultimo mezzo secolo.

L'unica coalizione che matematicamente garantirebbe i 176 seggi è una 'grosse-koalition' alla tedesca fra Pp e Psoe, già da tempo ipotizzata per garantire la stabilità del paese dall'ex-premier socialista Felipe Gonzalez. Lo stesso Rajoy venerdì per la prima volta non ha escluso categoricamente questa ipotesi. "Semmai ne parleremo lunedì" aveva detto a Bruxelles.

 

 

Commenta così su Twitter il quadro di incertezza che si profila in Spagna il ministro Maria Elena Boschi

 

<blockquote class="twitter-tweet" lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Mai come stasera è chiaro quanto sia utile e giusta la nostra legge elettorale <a href="https://twitter.com/hashtag/italicum?src=hash">#italicum</a></p>&mdash; maria elena boschi (@meb) <a href="https://twitter.com/meb/status/678660743328358400">20 Dicembre 2015</a></blockquote>
<script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Mondo: I più letti

[an error occurred while processing this directive]