Corte di Cracovia: no all'estradizione di Polanski in Usa

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Il regista è ricercato negli Stati Uniti con l'accusa di aver stuprato nel 1977 una ragazza che aveva 13 anni. Sulla decisione, che può essere sottoposta in appello, potrà intervenire anche il governo. Per il partito di maggioranza il cineasta “deve rispondere del reato”

Il regista Roman Polanski non può essere estradato negli Usa. E' quanto ha deciso oggi il giudice della corte di Cracovia nei confronti del cineasta, ricercato negli Stati Uniti con l'accusa di aver stuprato una ragazza che aveva 13 anni nel 1977.

 

Una decisione non definitiva - La decisione di respingere la richiesta americana di estradizione per Roman Polanski non è definitiva e può essere ancora sottoposta ad appello. Se verrà respinta dalla Corte d'appello, la questione passerà al guardasigilli a Varsavia.


Il partito di maggioranza favorevole all'estradizione - Ieri il leader del partito di destra Diritto e giustizia che domenica scorsa ha vinto le elezioni politiche in Polonia si è pronunciato a favore dell'estradizione. "Polanski deve rispondere del reato" ha dichiarato alla tv Zbigniew Ziobro, già ministro di giustizia nel governo di Pis dal 2005 al 2007. La richiesta di estradizione è partita un anno fa dopo che la presenza del regista fu notata durante l'inaugurazione del Museo della storia degli ebrei in Polonia a Varsavia.  

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