Isis, confermata la morte del numero 2 dei jihadisti

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Un portavoce dello Stato Islamico ha annunciato che il vice di Al Baghdadi è stato ucciso in un raid americano. Il Pentagono pronto ad armare i curdi contro il Califatto. Ma è tensione con Mosca, Putin: "Gli americani hanno il cervello in pappa"

Un portavoce dello Stato islamico ha confermato la morte in un bombardamento americano dell'agosto scorso del numero 2 dell'organizzazione terroristica. "L'America gioisce per l'uccisione di Abu Mutaz al-Qurashi e la considera una grande vittoria", ha detto Abu Mohamed al-Adnani in un messaggio audio pubblicato su un sito della galassia jihadista. "Io non lo voglio piangere, la sua unica volonta' era di morire in nome di Allah", ha aggiunto, senza specificare le circostanze in cui è morto il vice del califfo dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi. La Casa Bianca, lo scorso 22 agosto, annunciò che Qurashi, il cui vero nome era Fadhil Ahmad al-Hayali, era stato ucciso 4 giorni prima in un raid americano, nei pressi della città irachena di Mosul. Oltre a Qurashi, nel bombardamento era morto anche il responsabile della propaganda dell'Isis, Abu Abdullah

Stati Uniti pronti a sostenere i curdi
- Gli americani tentano intanto la carta curda nel nord della Siria inviando armi a una nuova alleanza di milizie intenzionate a liberare Raqqa, la capitale del sedicente Stato islamico (Isis).  Si chiama "Esercito siriano democratico" (Jasad, in arabo) la nuova sigla sostenuta da Washington per tentare di cacciare l'Isis dal nord della Siria, in un'area di operazioni lontana dal raggio dei raid russi, che si concentrano invece contro miliziani che combattono sia l'Isis che il regime di Damasco. Washington aveva annunciato nei giorni scorsi di aver abbandonato il progetto di addestrare "ribelli moderati" a nord di Aleppo e di preferire la "carta curda". La nuova alleanza filo-Usa si presenta come una forza di 50mila uomini, per lo più curdi, ma composta anche da arabi sunniti e assiri cristiani, costituitasi al confine tra Turchia e Siria per "liberare Raqqa", dal 2013 in mano all'Isis. Secondo fonti interne a Jasad citate dalla stampa panaraba, questo nuovo raggruppamento "ha ricevuto le 50 tonnellate di armi e munizioni" paracadutate dagli americani la scorsa domenica

Putin: "Gli Usa hanno il cervello in pappa" - Ma Mosca, tramite Putin, si è scagliata proprio contro Washington, colpevole a suo avviso di non essere un "partner" affidabile nella "lotta al terrorismo". La Russia - ha detto Putin - ha proposto agli Usa "un incontro ad alto livello politico e militare a Mosca". Ed è pronta a "mandare una grande delegazione a Washington" con a capo il premier Dmitri Medvedev. Ma "finora" - dice Putin - non abbiamo ricevuto risposta. "Abbiamo chiesto (agli Usa, ndr) di darci gli obiettivi che loro considerano al 100% di terroristi", ha aggiunto il presidente russo. "Ma la loro risposta è stata: non siamo pronti. Poi abbiamo chiesto dove non dobbiamo bombardare? Non c'è stata alcuna risposta", ha detto Putin.  E proprio sulla strategia Usa di aumentare la fornitura di armi ai ribelli, Putin si interroga: non finirà tutto questo, come è successo nel corso dell'addestramento del personale militare, nelle mani dell'Isis? Dove sono le garanzie?". E ancora: "mi pare che alcuni dei nostri partner abbiano il cervello in pappa", ha aggiunto Putin, riferendosi agli Usa.

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