Il Nobel per la Letteratura 2015 alla scrittrice bielorussa Alexievich

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Nei suoi libri ha raccontato i principali eventi dell'Unione Sovietica nel secondo dopoguerra. L'Accademia svedese ha premiato "la sua polifonica scrittura nel raccontare un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi". Lei: "Fantastico". Poi, in conferenza stampa: "Amo la Russia, ma non di Stalin e Putin"

La scrittrice bielorussa Svetlana Alexievich ha vinto il premio Nobel 2015 per la Letteratura. Lo ha annunciato giovedì 8 ottobre l'Accademia Svedese, motivando il riconoscimento all’autrice per la "sua polifonica scrittura nel raccontare un monumento alla sofferenza e al coraggio dei nostri tempi".

Nei sui libri gli eventi dell’Unione Sovietica - Svetlana Alexievich ha raccontato i principali eventi dell'Unione Sovietica nel secondo dopoguerra. Alle vittime della tragedia nucleare ha dedicato “Preghiera per Cernobyl”, il suo libro più famoso nel mondo, premiato con l'U.S. National Book Critics Circle Award, pubblicato in Italia da E/O, per cui è uscito anche “Ragazzi di zinco”, sui reduci della guerra in Afghanistan, e “Incantati dalla morte”, sui suicidi dopo il crollo dell'Urss. Tra i suoi principali titoli usciti in Italia anche la raccolta “Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo”, pubblicato da Bompiani nel 2014. Nel libro si trova uno spaccato della tramontata "civiltà sovietica", quasi un'enciclopedia dei sogni dell'"uomo rosso", di coloro che hanno vissuto quell'epoca anche esaltante e stentano oggi ad adattarsi a un "tempo di seconda mano".

Tornata a Minsk dopo 12 anni di esilio - Già data per favorita al Nobel nel 2014, la Alexievich, 67 anni, è nata in Ucraina, il 31 maggio del 1948 da padre bielorusso e madre ucraina, entrambi insegnanti. E' stata costretta a lasciare il suo paese perché perseguitata dal regime del presidente bielorusso Aleksandr Lukasenko che l'accusava di essere un agente della CIA. Dopo dodici anni vissuti all'estero, è tornata a Minsk.

Gli altri premi vinti - I suoi libri sono tradotti in oltre quaranta lingue e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, tra i quali il Premio per la pace degli editori tedeschi alla Fiera di Francoforte nel 2013, il Prix Medicis essai (2013) e il Premio Masi Grosso d'Oro Veneziano (2014). La scrittrice quest'anno è stata anche ospite del Festivaletteratura di Mantova.

La conferenza stampa - Alexievich, che ha raccontato che quando le è stato detto del premio stava stirando, ha parlato in una conferenza stampa a Minsk e ha denunciato di essere ignorata e boicottata dal potere bielorusso. “Fa finta che io non ci sia, non pubblicano i miei libri, non posso fare discorsi da nessuna parte, non mi ricordo che la tv bielorussa mi abbia fatto una chiamata, neppure il presidente bielorusso”, ha detto. E ancora, riferendosi ala situazione politica del suo Paese: “Quello che sta avvenendo è vergognoso”. Poi la scrittrice ha attaccato la Russia di Putin. “Non mi piace questo 84% dei russi che incita ad uccidere gli ucraini, mi piace il mondo russo della letteratura e della scienza ma non rispetto il mondo russo di Putin e di Stalin”, ha detto. E sulla situazione in Ucraina (lei ha madre ucraina e padre bielorusso): “È un'occupazione, un'invasione straniera”.

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