Raid della Francia contro l'Isis. Renzi: "Evitare una Libia bis"

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Caccia francesi, foto d'archivio. Credits: Getty Images

L'Eliseo ha reso noto che sono iniziate le missioni dell'aviazione transalpina contro lo Stato islamico in Siria. Prudenza del premier italiano: "Non facciamo blitz". Intanto l'Iraq ha ufficializzato la collaborazione di intelligence con Mosca, Damasco e Teheran. Putin: sostegno Usa a ribelli illegale e inutile. New York Times: "I Foreign Fighters sono almeno 30mila"

Sono iniziati i raid aerei francesi in Siria contro le postazioni dello Stato islamico, sotto il coordinamento della coalizione internazionale. A renderlo noto l'Eliseo. Gli obiettivi dei raid, seguiti alla decisione di estendere l'azione francese militare francese già in corso nel vicino Iraq, sono stati individuati negli ultimi 15 giorni si legge nella nota. L'operazione contro "la minaccia terroristica" rappresentata dallo Stato islamico è stata coordinata insieme ai partner nella regione. Il presidente Francois Hollande ha spiegato che sei jet francesi hanno attaccato e distrutto un campo di addestramento nella Siria orientale perché rappresentava una minaccia per la "sicurezza nazionale". Nell'azione non sono stati colpiti civili.

 

 

Renzi: "Evitare che diventi una Libia bis" - Prudenza riguardo ai raid francesi è stata espressa dal premier italiano Renzi. "Bisogna evitare che si ripeta una Libia bis" ha detto l'ex sindaco di Firenze, aggiungendo che "la posizione italiana è sempre la stessa: non facciamo blitz e strike" ma collaboriamo con la coalizione internazionale (VIDEO). Il premier italiano caldeggia un riavvicinamento tra gli Stati Uniti e Mosca perché, spiega "la Russia, come abbiamo sempre detto, è un attore chiave nello scacchiere internazionale, soprattutto nel Medio Oriente e nel Mediterraneo".

 

 

Iraq coopera con Russia, Siria e Iran - Da Baghdad arriva inoltre la conferma che l'Iraq coopera con  Russia, Siria e Iran sul fronte dell'intelligence e della sicurezza in chiave anti-Isis. La notizia segue le indiscrezioni arrivate da Mosca che parlavano di una cooperazione "nel prossimo futuro". Il comando centrale di Baghdad, scrive al Arabiya, ha annunciato che la cooperazione è già operativa, smentendo alcune dichiarazioni di esponenti del governo che avevano escluso la cooperazione con Mosca.

 

Putin: "Sostegno Usa ai ribelli illegale" - E proprio dalla Russia arriva un commento del presidente russo Vladimir Putin che ha fortemente criticato il sostegno militare Usa ai ribelli siriani, bollandolo come "illegale e inutile" nelle interviste alle tv americane Cbs e Pbs. Secondo Putin, "la fornitura di sostegno militare alle strutture illegali contrasta con i principi del diritto internazionale e della carta Onu". Secondo il presidente russo, Damasco dovrebbe essere inclusa negli sforzi internazionali per la lotta contro l'Isis, una richiesta che gli Usa hanno respinto.

 

New York Times: "Almeno 30mila foreign fighters" - Intanto il New York Times rivela, citando fonti dell'intelligence Usa, come siano "almeno 30.000" i foreign fighters in Siria e Iraq che sono andati a combattere nelle file dell'Isis. In 12 mesi il loro numero "è raddoppiato" stimano i responsabili, affermando che i reclutamenti "sono in costante crescita, con quasi 1.000 nuovi combattenti al mese". Almeno 250 gli americani. Nelle ultime settimane erano emerse accuse da parte degli 007 americani sul campo, che avevano denunciato come il Centcom (il comando del Pentagono responsabile anche delle operazioni Iraq e Siria) avesse alterato i suoi rapporti per 'dimostrare' alla Casa Bianca come i loro risultati contro Isis erano molto migliori rispetto alla realtà. Per martedì è inoltre atteso un rapporto del Congresso che illustrerà come dopo un anno di raid aerei (dall'8 agosto 2014 in Iraq e dal 23 settembre in Siria) il reclutamento di combattenti stranieri non è stato rallentato.

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