Egitto, soldati attaccano per errore auto con turisti: 12 morti

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Il tweet del presidente messicano

Gli stranieri, pare cileni e messicani, e le loro guide viaggiavano con 4 fuoristrada. Il Cairo: erano in una zona proibita del deserto occidentale. Il tour operator nega e racconta: "Missili lanciati da 3 aerei durante la cena". Il raid era contro i ribelli affiliati all'Isis. Il presidente Enrique Pena Nieto: "Esigiamo un'indagine esaustiva"

Le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso per errore 12 persone, tra cui alcuni turisti messicani e cileni e le loro guide, durante un’operazione antiterrorismo. I turisti, secondo la ricostruzione dell'Egitto, stavano viaggiando su quattro autobus entrati nella "zona proibita" del Wahat, nel deserto occidentale. Diversa la versione del tour operator. Il blitz egiziano era contro dei ribelli affiliati all’Isis. Altre 10 persone sono rimaste ferite.

I turisti erano in una zona proibita -
A dare la notizia è stato il ministero dell’Interno egiziano. “Con un’operazione congiunta – precisa una nota riportata dal quotidiano Ahram online – polizia ed esercito erano sulle tracce di elementi terroristici nel deserto occidentale, nell'area di Al-Wahat, quando si sono imbattuti per errore in quattro fuoristrada appartenenti a dei turisti messicani in viaggio in una zona proibita. L'incidente ha provocato la morte di 12 persone e il ferimento di 10 tra messicani ed egiziani, trasferiti in ospedale”. Il ministero non ha precisato quante siano le vittime messicane e quelle egiziane, ma è certo che i viaggiatori avessero con loro delle guide locali. Il vasto deserto occidentale, porta d'ingresso sulla Libia, è stato occupato da militanti affiliati all'Isis in guerra contro le forze di sicurezza nel Sinai, sui confini orientali dell'Egitto. Centinaia di poliziotti e soldati sono morti in operazioni di contrasto.

Il Messico chiede “un’indagine esaustiva” - Sull'incidente è stata aperta un'inchiesta. “Il Messico condanna questi atti contro i nostri cittadini ed esige dal governo egiziano un'indagine esaustiva di quanto accaduto”, ha scritto il presidente messicano Enrique Pena Nieto su Twitter. Il ministero degli Esteri messicano, confermando l'attacco sferrato per errore, ha detto che almeno due delle vittime sarebbero di nazionalità messicana. L'agenzia turistica che aveva organizzato il tour, ha riferito una portavoce del ministero egiziano del Turismo, “non aveva permessi e non aveva informato le autorità", mentre per ogni escursione alla zona di Farafra è richiesta una specifica autorizzazione. “Non dovevano essere lì”, ha aggiunto la fonte senza fornire ulteriori dettagli sulle circostanze dell'attacco. Il ministero del Turismo ha fatto anche sapere che saranno intraprese azioni legali contro la compagnia turistica che ha organizzato il tour.

La versione del tour operator -
Al El Mundo, invece, ha parlato una fonte del tour operator: “Mentre stavano cenando, tre aerei da combattimento dell'esercito hanno cominciato a sparare e lanciare missili sui veicoli. Erano completamente carbonizzati. Alcuni hanno cercato di scappare ma i militari li hanno inseguiti aprendo il fuoco su chiunque fuggisse”. Secondo il dipendente della società organizzatrice, che ha richiesto l'anonimato, la maggioranza dei turisti proveniva dal Cile. Il gruppo “stava viaggiando seguendo un consueto itinerario che va dal Cairo all'oasi di Bahariya (a 350 km a sudest della capitale egiziana). Dovevano passare la notte in un hotel di Bahariya, ma si sono fermati 100 km prima dell'oasi". Durante la sosta, spiega ancora la fonte, i turisti sono scesi dai 4 suv per la cena. La società nega che si trattasse di una zona proibita ai civili e che si trovassero in un'area di attività terroristiche. “È l'area dove spesso facciamo brevi soste prima di andare a Bahariya. Non è vietata come è stato detto", ha detto la fonte, secondo la quale solo due degli autisti e guide egiziani sono sopravvissuti all'attacco, uno dei quali sarebbe in condizioni critiche.

Decapitato dall’Isis un egiziano nella stessa zona - Nella stessa area dove si trovava il convoglio dei turisti uccisi, alcuni jihadisti dell'Isis avrebbero decapitato un egiziano e l’avrebbero crocifisso a un albero, accusandolo di collaborazione con la polizia. Gli abitanti del posto avrebbero riferito che gli assassini sarebbero fuggiti a bordo di vetture 4x4, auto simili a quelle usate dai turisti.
I jihadisti, inoltre, hanno rivendicando sul web una “operazione militare di resistenza” contro le forze egiziane nel deserto occidentale. “In un'operazione benedetta da Dio i soldati del Califfato hanno affrontato una campagna condotta dall'esercito degli apostati nel deserto occidentale. Questa operazione li ha obbligati a ritirarsi dal luoghi dopo essere stati sconfitti dai mujaheddin", si legge nella loro dichiarazione.

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