Strasburgo approva a maggioranza una risoluzione non vincolante in cui si chiede di istituire leggi per garantire le unioni tra coppie dello stesso sesso ai 9 Paesi europei che ancora non lo hanno fatto
Il Parlamento europeo torna a chiedere a maggioranza ai novi paesi Ue che ancora non l'hanno fatto, fra i quali c'è l'Italia, di "considerare" di varare delle leggi che istituiscano unioni e matrimoni fra persone dello stesso sesso. E' quanto si legge al paragrafo 86 della risoluzione non vincolante approvata a maggioranza sullo stato dei diritti fondamentali nell'Unione europea.
Cosa prevede la risoluzione - "I diritti fondamentali delle persone gay, lesbiche, transgender, bisessuali e intersessuali - si legge nella risoluzione approvata oggi a maggioranza - vengono tutelati con maggiori probabilità se queste persone hanno accesso alle istituzioni legali come la convivenza, le unioni registrate o i matrimoni".
Ecco perché il Parlamento apprezza che "19 stati membri offrono attualmente queste opzioni, e chiede agli altri stati membri di considerare di fare lo stesso". Ribadisce il richiamo alla Commissione di preparare una proposta per regole ambiziose che assicurino il reciproco riconoscimento dei documenti di stato civile", fra i quali il riconoscimento legale del genere, dei matrimoni e delle unioni civili e "dei loro effetti legali, per ridurre le barriere legali e amministrative discriminatorie per i cittadini che esercitano il loro diritto alla libera circolazione".
I precedenti - La risoluzione, una quarantina di pagine in cui si esaminano i diversi aspetti legati al rispetto dei diritti fondamentali in Europa nel biennio 2013/2014, dedica otto dei suoi 179 paragrafi ai diritti delle persone LGTBI, a partire dalla condanna di "ogni forma di discriminazione e violenza sul territorio Ue". La decisione di Strasburgo è solo l'ultima di una lunga serie di documenti e sentenze del parlamento e delle corti europee, che hanno invitato il nostro Paese a riconoscere e tutelare le unioni civili. A maggio, l'Irlanda con un referendum aveva introdotto il matrimonio omosessuale. Un mese dopo, la Corte suprema americana con una storica sentenza aveva sancito lo stesso diritto.