Google Photos, il Gmail delle foto tra promesse e dubbi

Mondo

Nicola Bruno

La presentazione di Google Photo durante l’ultima I/O Developers Conference - Getty Images
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Il nuovo servizio di Big G è stato accolto da molte recensioni positive. Che elogiano, soprattutto, l’offerta di spazio illimitato e le sofisticate tecnologie di organizzazione degli scatti. Ma non mancano le critiche sulla privacy

Storage illimitato e gratuito, classificazione automatica delle persone e delle località, auto-caricamento da tutti i dispositivi a cui è associato il proprio account, funzionalità di ricerca e condivisione avanzate. Quando la scorsa settimana, durante la conferenza I/O, Google ha presentato Photos, nuovo servizio per la gestione delle foto, in molti sono rimasti entusiasti. Tanto che qualcuno ha subito parlato di “Gmail delle foto che abbiamo aspettato per anni”. E, dopo averlo confrontato con l’omologo servizio Apple, il Wall Street Journal ha sentenziato: “Ecco perché Google batte Apple nell’organizzazione dei ricordi della nostra vita”.

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Gmail delle foto - In effetti, i confronti tra il popolare servizio di posta elettronica e la nuova app fotografica sono tanti. Così come Gmail ha rimescolato le carte nel settore dei servizi di email offrendo uno storage dell’ordine dei Gb (quando i concorrenti, come Hotmail, mettevano a disposizione solo 2 Mb), lo stesso fa ora Photos che, nella versione gratuita, non ha nessun limite di spazio.
Allo stesso modo anche il nuovo servizio fotografico punta tutto sull’usabilità dell’interfaccia (in particolare sui dispositivi mobili) e sul potente motore di ricerca interno, che permette di navigare il proprio archivio per località, persone, tipologia di scatto.
A tutto ciò si aggiungono poi le funzionalità tecnologiche più “magiche” che vanno da un sofisticato sistema di riconoscimento facciale alla presenza di un assistente virtuale che suggerisce in automatico la creazione di album tematici, Gif animate o video con gli scatti realizzati durante una giornata importante.
Altro vantaggio non da poco è poi lo storage online: se si è a corto di memoria sul telefonino o sul tablet, si possono cancellare tutte le foto dal proprio dispositivo e continuare a visualizzarle in modalità cloud.


Una risposta a Flickr?
- Proprio qualche settimana fa Flickr ha presentato una nuova versione con funzionalità avanzate che hanno fatto credere a una rinascita del noto servizio di foto-sharing. Il nuovo Flickr, di fatto, ha anticipato gran parte degli strumenti poi presentati da Google: dal caricamento automatico alla classificazione smart attraverso i software di riconoscimento, passando per la “vetrina pagina” (che organizza gli scatti con paesaggi, persone, colori e altri elementi ricorrenti). Il tutto con 1 Terabyte di spazio gratuito online. Proprio quest’ultima limitazione, però, potrebbe giocare a favore di Google Photos e il suo spazio illimitato.

I limiti di Google Photos - Come hanno messo in luce alcuni utenti professionali, lo spazio “illimitato” promesso da Google è da prendere con le pinze: vale, infatti, soltanto per scatti fino a 16 Megapixel e per le immagini compresse; il che esclude, quindi, il caricamento dei file più pesanti, come quelli in formato .raw o quelli realizzati con fotocamere più avanzate (in quest’ultimo caso bisogna comprare spazio aggiuntivo, come spiega la tabella sotto, realizzata dal Wsj).

Card

Ma il vero tallone di Achille di Photos è, però, un altro: la questione della privacy e dell’uso che Big G potrà fare dei nostri scatti. Come ha sottolineato la webzine The Register, i termini di servizio di Google, dicono esplicitamente che: “Quando l'utente carica, trasmette, memorizza, invia o riceve contenuti da o tramite i nostri Servizi, concede a Google (e ai partner con cui collaboriamo) una licenza globale per utilizzare, ospitare, memorizzare, riprodurre, modificare, creare opere derivate (…), comunicare, pubblicare, eseguire pubblicamente, visualizzare pubblicamente e distribuire i suddetti contenuti”. Come dire, una volta attivato il nuovo servizio Photos, di fatto i nostri scatti diventano anche di proprietà di Google.
E, forse, non servono a molto le rassicurazioni arrivate da un portavoce della compagnia che, replicando a The Register, ha ricordato: “Photos non userà le immagini o video per nessun scopo promozionale, a meno che non venga chiesto un esplicito permesso all’utente”. Qui si tratta del fatto che, in nome del gratuito e dell’illimitato, sempre più contenuti personali vengono ceduti a Big G, come ha evidenziato nei giorni scorsi anche Tim Cook, Ceo di Apple: “I servizi gratuiti possono piacere, ma noi non crediamo che sia giusto cedere l’email, la cronologia del browser e ora addirittura le foto di famiglia, per chissà quale scopo pubblicitario”.


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