Il Pp di Rajoy resta primo nel paese, ma con una forte flessione: dal 40% del 2011 al 26,7%. I post-indignados conquistano Barcellona e, attraverso, un'alleanza potrebbero prendere anche Madrid. Pablo Iglesias: "E' l'inizio della fine del bipartitismo"
Es un orgullo ser palanca del cambio político. Empieza a escribirse el fin del bipartidismo. Claro que #Podemos24m
— Pablo Iglesias (@Pablo_Iglesias_) 24 Maggio 2015
Tracollo del Partito Popolare - Il Partido Popular ha così pagato duramente il prezzo della gestione lacrime e sangue della crisi negli ultimi anni e anche della corruzione endemica che imperversa da anni nella politica spagnola. Rimane il primo partito del paese, con il 27%, davanti al Psoe al 25%, e arriva primo in 11 delle 13 regioni in cui si è votato domenica 24 maggio. Nei prossimi giorni si aprirà una fase di dure trattative per cercare di garantire la governabilità delle collettività del paese.
Barcellona, Madrid, Valencia - A Barcellona ha trionfato la candidata di Podemos Ada Colau, che ha superato il sindaco uscente, il nazionalista catalano della Ciu Xavier Trias.
Madrid, dopo 24 anni di maggioranza assoluta del Partido Popular (PP) del premier Mariano Rajoy, avrà salvo sorprese un sindaco di sinistra: forse Manuela Cardena, la candidata di Ahora Madrid, la coalizione legata ai post indignados di Podemos, se ci sarà un accordo con i socialisti del Psoe. In base ai risultati definitivi, la candidata del PP a sindaco di Madrid, Esperanza Aguirre, ha ottenuto 21 seggi con il 34,55% dei voti. Cardena (20 seggi, 31,85%), alleandosi con il Psoe (15,28%, 9 seggi), otterrebbe i numeri per governare.
Il Pp, per il gioco delle coalizioni, rischia anche di perdere Valencia e Saragozza, dove Podemos e Ciudadanos hanno vampirizzato l'elettorato dei due grandi partiti tradizionali.