Per Bernie Sanders, nato a Brooklyn da genitori ebrei immigrati dalla Polonia, “l’America ha bisogno di una rivoluzione politica”. Difficilmente darà anche solo fastidio a Clinton, ma potrebbe costringerla a chiarire le proprie posizioni su alcuni temi
E invece arriva Bernie Sanders, classe 1941, nato a Brooklyn da genitori ebrei immigrati dalla Polonia, per 8 mandati membro della Camera dei Rappresentati e dal 2006 Senatore, Indipendente affiliato al Partito Democratico. Avversario “di sinistra”, appunto; o meglio, seguendo la sua stessa definizione, un “socialista democratico” – e si definisce così da oltre 60 anni.
Sfida la macchina da guerra targata Bill&Hillary senza grandi finanziatori, nella speranza di costruire un movimento dal basso; e con la volontà di “non fare soap opera”, ma di “aprire un dibattito serio su questioni serie”. Con una dichiarazione di intenti che più chiara non si potrebbe: “l’America”, dice, “ha bisogno di una rivoluzione politica”, ed “è pronta per una nuova strada verso il futuro”; “questo paese appartiene a noi, non ai miliardari”.
I agree with Bernie. Focus must be on helping America's middle class. GOP would hold them back. I welcome him to the race. –H
— Hillary Clinton (@HillaryClinton) 30 Aprile 2015
Il dossier più importante, scandisce Bernie annunciando la sua decisione, è quello economico: “bisogna creare un sistema che aiuti tutti gli americani”, perché “la disoccupazione reale è all’11%” e serve “un programma di finanziamento delle infrastrutture” che potrebbe portare, la sua stima, 13 milioni di posti di lavoro. Tra i temi citati, anche la necessità di maggiori regole per Wall Street, e la volontà di affrontare in modo più deciso il global warming.
Anche se molto amato nel suo collegio, nessuno crede che Bernie possa anche solo infastidire Hillary. E con ogni probabilità non lo crede neanche lui. Ma la sua candidatura ha uno scopo molto preciso; quello di portare determinati dossier sul tavolo dei dibattiti, costringendo la Clinton a chiarire le proprie posizioni e, se necessario e possibile, a scendere a patti con – almeno - l’ala più liberal.