Il settimanale satirico non uscirà né il 4 né l’11 febbraio. “Non esiste una data” dice la responsabile della comunicazione. La decisione non per la paura ma per la stanchezza della redazione provata dalla strage. L’ultimo numero ha venduto 7 mln di copie
Se il numero 1.179, il primo dopo il massacro di 12 persone nella redazione di Charlie Hebdo, ha toccato i 7 milioni di copie, il numero 1.180 del settimanale satirico francese non vedrà la luce ne' il 4 ne' l'11 febbraio. Anzi al momento “non esiste una data” ha spiegato Anne Hommel, responsabile della comunicazione di Charlie. “Non è una rinuncia o un arretramento davanti alle minacce islamiste - ha aggiunto - ma un semplice problema di stress e stanchezza della redazione, provata dal massacro del direttore, Charb, e di altri 3 vignettisti, dai funerali e dalla fatica di pubblicare in condizioni estremamente difficili il numero dopo la strage”.
Intanto, in Afghanistan si sono verificati scontri fra centinaia di manifestanti che protestavano per le vignette satiriche di Charlie Hebdo, e la polizia afghana. Secondo quanto riferisce 1TVNews il bilancio è di almeno 24 feriti. L'emittente riferisce che, durante la dimostrazione organizzata nell'area di Hod Khel, sono stati sparati numerosi colpi d'arma da fuoco che hanno aggravato il bilancio dei feriti, di cui 17 sono agenti delle forze dell'ordine. Dopo la pubblicazione su Charlie Hebdo di vignette considerate da molti musulmani offensive nei confronti del Profeta Maometto, in tutto l'Afghanistan si sono ripetute le proteste popolari, ma quella di ieri è stata la prima a degenerare in gravi violenze.
Intanto, in Afghanistan si sono verificati scontri fra centinaia di manifestanti che protestavano per le vignette satiriche di Charlie Hebdo, e la polizia afghana. Secondo quanto riferisce 1TVNews il bilancio è di almeno 24 feriti. L'emittente riferisce che, durante la dimostrazione organizzata nell'area di Hod Khel, sono stati sparati numerosi colpi d'arma da fuoco che hanno aggravato il bilancio dei feriti, di cui 17 sono agenti delle forze dell'ordine. Dopo la pubblicazione su Charlie Hebdo di vignette considerate da molti musulmani offensive nei confronti del Profeta Maometto, in tutto l'Afghanistan si sono ripetute le proteste popolari, ma quella di ieri è stata la prima a degenerare in gravi violenze.