Un gruppo armato ha fatto irruzione in un campo dove dormivano i lavoratori di una cava nella zona di Mandera, al confine con la Somalia. L'azione rivendicata dagli integralisti Shebaab
Ancora massacri in Kenya da parte dei guerriglieri islamici somali, gli Shabaab fedeli ad al Qaeda. In una cava nel nordest del paese, al confine con la Somalia, i terroristi hanno separato i musulmani dai non musulmani, hanno allineato questi ultimi sul terreno e li hanno freddati con un colpo alla testa. Quattro sono stati decapitati. I morti sono stati in tutto 36.
Soltanto la settimana scorsa, nella stessa zona di confine, la contea di Mandera, gli shabaab avevano giustiziati 28 non musulmani che viaggiavano su un pullman, dopo averli separati dagli altri viaggiatori islamici.
Licenziato il ministro dell'Interno - "Questa è una guerra contro il Kenya e i keniani, ed è un conflitto che ciascuno di noi deve combattere" ha detto oggi il presidente Uhuru Kenyatta, definendo i terroristi "animali rabbiosi". "Il Kenya non indietreggerà di fronte al terrorismo e intensificherà la guerra", ha aggiunto. Il paese è sconvolto e il capo dello stato ha licenziato il ministro dell'Interno Joseph ole Lenko, da tempo contestato per non essere stato capace di fermare l'ondata di attentati. Il nuovo ministro è un ex generale dell'esercito, Joseph Nkaissery. Il capo della polizia, David Kimaiyo, ha preferito dimettersi.
La strage - Nella notte fra lunedì e martedì a Koromey una ventina di shabaab all'una di notte hanno fatto irruzione in una cava. Decine di minatori stavano dormendo dentro delle tende. I miliziani armati li hanno fatti uscire e hanno cominciato a dividere i musulmani da chi non lo era.
Non ci sono testimonianze dirette, ma è probabile che i terroristi abbiano usato lo stesso sistema utilizzato sul pullman: hanno detto ai prigionieri di recitare un versetto del Corano. Chi non lo conosceva, non ha avuto scampo.
I miliziani islamici hanno subito rivendicato la strage con un comunicato. L'attentato "fa parte di una serie di attacchi che servono da risposta all'occupazione da parte del Kenya di terre musulmane e alle atrocità che avvengono lì".
Kenya nel mirino da quando ha inviato truppe in Somalia -La scia di sangue in Kenya è cominciata nel 2011, quando il governo di Nairobi ha deciso di intervenire militarmente in Somalia per fermare i terroristi che continuavano a passare il confine per rapire occidentali. I soldati di Nairobi si sono uniti a quelli della missione dell'Unione africana (Amisom) e all'esercito somalo e sono riusciti a cacciare gli islamici dalla capitale Mogadiscio e dal porto strategico di Chisimayo. Gli shabaab si sono dovuti ritirare nella campagne, ma hanno cominciato a colpire il Kenya con decine di attentati in stile al Qaeda, contando anche sulla complicità di alcune tribù kenyane al confine. Le vittime fino ad oggi sono state 700, 500 delle quali civili. L'attacco peggiore è stato quello del settembre 2013 al centro commerciale Westgate di Nairobi, con 67 morti.
Soltanto la settimana scorsa, nella stessa zona di confine, la contea di Mandera, gli shabaab avevano giustiziati 28 non musulmani che viaggiavano su un pullman, dopo averli separati dagli altri viaggiatori islamici.
Licenziato il ministro dell'Interno - "Questa è una guerra contro il Kenya e i keniani, ed è un conflitto che ciascuno di noi deve combattere" ha detto oggi il presidente Uhuru Kenyatta, definendo i terroristi "animali rabbiosi". "Il Kenya non indietreggerà di fronte al terrorismo e intensificherà la guerra", ha aggiunto. Il paese è sconvolto e il capo dello stato ha licenziato il ministro dell'Interno Joseph ole Lenko, da tempo contestato per non essere stato capace di fermare l'ondata di attentati. Il nuovo ministro è un ex generale dell'esercito, Joseph Nkaissery. Il capo della polizia, David Kimaiyo, ha preferito dimettersi.
La strage - Nella notte fra lunedì e martedì a Koromey una ventina di shabaab all'una di notte hanno fatto irruzione in una cava. Decine di minatori stavano dormendo dentro delle tende. I miliziani armati li hanno fatti uscire e hanno cominciato a dividere i musulmani da chi non lo era.
Non ci sono testimonianze dirette, ma è probabile che i terroristi abbiano usato lo stesso sistema utilizzato sul pullman: hanno detto ai prigionieri di recitare un versetto del Corano. Chi non lo conosceva, non ha avuto scampo.
I miliziani islamici hanno subito rivendicato la strage con un comunicato. L'attentato "fa parte di una serie di attacchi che servono da risposta all'occupazione da parte del Kenya di terre musulmane e alle atrocità che avvengono lì".
Kenya nel mirino da quando ha inviato truppe in Somalia -La scia di sangue in Kenya è cominciata nel 2011, quando il governo di Nairobi ha deciso di intervenire militarmente in Somalia per fermare i terroristi che continuavano a passare il confine per rapire occidentali. I soldati di Nairobi si sono uniti a quelli della missione dell'Unione africana (Amisom) e all'esercito somalo e sono riusciti a cacciare gli islamici dalla capitale Mogadiscio e dal porto strategico di Chisimayo. Gli shabaab si sono dovuti ritirare nella campagne, ma hanno cominciato a colpire il Kenya con decine di attentati in stile al Qaeda, contando anche sulla complicità di alcune tribù kenyane al confine. Le vittime fino ad oggi sono state 700, 500 delle quali civili. L'attacco peggiore è stato quello del settembre 2013 al centro commerciale Westgate di Nairobi, con 67 morti.