Isis, da Londra via libera ai raid. 9 arresti in Spagna

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Il primo ministro britannico David Cameron

Cameron in Parlamento presenta la missione in Iraq: "Durerà anni". E non esclude interventi in Siria. A Melilla, enclave iberica in Marocco, anche un ex militare spagnolo tra le persone finite in manette. L'Ue: 3000 europei con i terroristi. VIDEO

La lotta all'Isis varca i confini di Siria e Iraq e vede nuovi arresti anche in Marocco e nell'enclave spagnola di Melilla. Allo stesso tempo si allarga il fronte della coalizione anti Isis, col Regno Unito che ha dato il via libera ai raid in Iraq. Anche liberali e laburisti hanno deciso di appoggiare in Parlamento la decisione del governo di David Cameron.

Verso via libera a raid britannici - Quella in Iraq "sarà una missione che non durerà qualche settimana, ma anni" ha detto il primo ministro britannico oggi a Westminster prima del voto che ha autorizzato le operazioni. Cameron in aula ha spiegato che "è moralmente giusto agire, e agire adesso".
I jet della Raf, alcuni già posizionati a Cipro, potranno entrare in azione nel giro di poche ore. Nel suo intervento alla Camera dei  Comuni, David Cameron non ha escluso la possibilità che i raid della  Raf contro le forze di "psicopatici" dello Stato Islamico possano spostarsi dall'Iraq alla Siria, affermando che vi sono le basi legali per farlo.

Nove arresti a Melilla e Nador - Intanto, dopo gli arresti di Londra che hanno portato in carcere nove persone con l'accusa di terrorismo, altre nove persone accusate di terrorismo e di appartenenza a una cellula della jihad collegata allo Stato islamico (Isis) sono state arrestate all'alba di oggi a Melilla (enclave iberica in Marocco), e Nador, in un'operazione coordinata dall'alto tribunale dell'Audiencia Nacional.

Anche un cittadino spagnolo tra gli arrestati -
Secondo fonti del ministero dell'Interno, fra le persone finite in manette - 8 di nazionalità marocchina e uno spagnolo, ex militare dell'esercito - ci sono arruolatori e combattenti della jihad in procinto di partire per la Siria o l'Iraq o di ritorno dai territori di guerra. Il cittadino spagnolo è il presunto capo della cellula che operava fra Melilla, l'enclave spagnola in Marocco e Nador, in territorio magrebino.

Migliaia di europei con l'Isis -
E sarebbero "più di 3mila" gli europei che si sono uniti ai jihadisti dell'Isis in Siria ed Iraq: la stima è del coordinatore europeo contro il terrorismo, Guilles De Kerchove. Intervistato dalla Bbc, de Kerchove ha messo in guardia l'Occidente dal rischio che i raid aerei in Iraq e Siria scatenino attentati per rappresaglia in Europa. Secondo la Cia, i miliziani che combattono nelle fila dell'Isis sono circa 30mila, un bilancio diffuso nei giorni scorsi e che ha triplicato le stime precedenti.

Allarme attentati -
La lotta agli estremisti si intensifica proprio mentre emergono indiscrezioni su possibili azioni terroristiche nei mezzi pubblici di Parigi e New York da parte dei militanti dell'Isis. A lanciare l'allarme, smentito da Washington, è stato il premier iracheno al Abadi. E sempre all'Onu il presidente iraniano Rohani accusa: "I jihadisti vogliono distruggere la civiltà, ma la colpa è degli occidentali". Intanto l'Fbi ha identificato il boia dei reporter americani Foley e Sotloff.

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