Ucraina, Putin a Poroshenko: "Prolungare cessate il fuoco"
MondoNuovo colloquio tra Mosca, Kiev, Berlino e Parigi. Il presidente russo chiede di prorogare la tregua che scade lunedì. Tra le richieste dell'Europa, la ripresa del controllo da parte delle autorità ucraine dei posti di frontiera nelle mani dei separatisti
La crisi ucraina (LE FOTO - LO SPECIALE) ancora al centro di nuovo round diplomatico sull'asse Mosca-Kiev-Berlino-Parigi, per premere sulla Russia affinché sostenga con azioni concrete, già dalle prossime ore, la pacificazione dell'est separatista. E il presidente russo Vladimir Putin, minacciato da nuove sanzioni economiche occidentali, si è espresso per un prolungamento del cessate il fuoco, che scade lunedì 30 giugno, in una lunga conversazione telefonica con i presidenti ucraino e francese, Pedro Poroshenko e Francois Hollande, ed la cancelliera tedesca Angela Merkel.
Due ore di colloquio - I quattro leader torneranno a parlarsi lunedì, poche ore prima della scadenza del cessate il fuoco nella regione russofona del Donbass, epicentro della crisi. Il colloquio, durato oltre due ore, è il secondo in quattro giorni, ed era stato messo in programma venerdì a Bruxelles, nel giorno in cui l'Ucraina ha firmato un storico accordo di associazione con l'Unione Europea, scatenando l'irritazione di Mosca, che punta al contrario a ristabilire una forte influenza nelle ex repubbliche sovietiche.
Proprio questi frequenti contatti tra le cancellerie servono per mantenere pressione sulla Russia perché si adoperi a mettere fine ad un conflitto in cui finora hanno perso la vita almeno 420 persone.
Le richieste di Bruxelles a Mosca - In particolare, Bruxelles chiede a Mosca di lavorare con Kiev per trovare uno strumento di verifica, sotto controllo Osce, del cessate il fuoco e del controllo delle frontiere; che le autorità ucraine riprendano il controllo dei tre posti di frontiera nelle mani dei separatisti; che venga aperto un negoziato per l'attuazione del piano di pace elaborato da Poroshenko.
Merkel e Hollande hanno espresso a Putin "le chiare aspettative espresse dal Consiglio Europeo di venerdì, auspicando che i risultati arrivino gia' da lunedi'".
La liberazione degli ostaggi - Sul fronte degli ostaggi, un importante segnale di distensione è arrivato sabato 28 giugno dai miliziani separatisti, che hanno liberato gli ultimi quattro osservatori Osce (dopo i quattro rilasciati nella notte tra giovedì e venerdì) che tenevano prigionieri e di cui si erano perse le tracce a fine maggio.
Eppure, a dispetto del cessate il fuoco, gli scontri proseguono praticamente ogni giorno, con le truppe di Kiev e i filorussi si accusano a vicenda di infrangere i patti, mettendo a rischio il piano di pace presentato la settimana scorsa da Poroshenko.
Due ore di colloquio - I quattro leader torneranno a parlarsi lunedì, poche ore prima della scadenza del cessate il fuoco nella regione russofona del Donbass, epicentro della crisi. Il colloquio, durato oltre due ore, è il secondo in quattro giorni, ed era stato messo in programma venerdì a Bruxelles, nel giorno in cui l'Ucraina ha firmato un storico accordo di associazione con l'Unione Europea, scatenando l'irritazione di Mosca, che punta al contrario a ristabilire una forte influenza nelle ex repubbliche sovietiche.
Proprio questi frequenti contatti tra le cancellerie servono per mantenere pressione sulla Russia perché si adoperi a mettere fine ad un conflitto in cui finora hanno perso la vita almeno 420 persone.
Le richieste di Bruxelles a Mosca - In particolare, Bruxelles chiede a Mosca di lavorare con Kiev per trovare uno strumento di verifica, sotto controllo Osce, del cessate il fuoco e del controllo delle frontiere; che le autorità ucraine riprendano il controllo dei tre posti di frontiera nelle mani dei separatisti; che venga aperto un negoziato per l'attuazione del piano di pace elaborato da Poroshenko.
Merkel e Hollande hanno espresso a Putin "le chiare aspettative espresse dal Consiglio Europeo di venerdì, auspicando che i risultati arrivino gia' da lunedi'".
La liberazione degli ostaggi - Sul fronte degli ostaggi, un importante segnale di distensione è arrivato sabato 28 giugno dai miliziani separatisti, che hanno liberato gli ultimi quattro osservatori Osce (dopo i quattro rilasciati nella notte tra giovedì e venerdì) che tenevano prigionieri e di cui si erano perse le tracce a fine maggio.
Eppure, a dispetto del cessate il fuoco, gli scontri proseguono praticamente ogni giorno, con le truppe di Kiev e i filorussi si accusano a vicenda di infrangere i patti, mettendo a rischio il piano di pace presentato la settimana scorsa da Poroshenko.