Ocse, l’Italia è il Paese con gli insegnanti più anziani

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Secondo lo studio, basato su dati del 2013, l’età media dei docenti è di 48,9 anni e oltre la metà è over 50. Il 18,5% dei professori di scuola primaria e secondaria è inoltre precario, percentuale che è la quarta più alta dopo Romania, Cipro e Finlandia

L'Italia è il Paese Ocse con gli insegnanti più anziani, con un'età media di 48,9 anni e oltre il 50% di over 50. Lo riferisce uno studio dell'organizzazione parigina sulle condizioni di lavoro nella scuola basato sui dati del 2013. Nel nostro Paese, il 39,2% degli insegnanti di scuola primaria e secondaria ha tra 50 e 59 anni, e l'11,1% ne ha 60 o più. Gli insegnanti under 30 sono appena l'1%, quelli under 40 il 16,7%. La situazione è simile anche per i presidi: con 57 anni di età media, l'Italia è seconda solo alla Corea (58,8) e a pari merito con il Giappone. Oltre l'85% dei presidi italiani ha più di 50 anni, e il 46,5% ne ha più di 60.

Quanto alla tipologia di contratto, secondo l’Ocse in Italia il 18,5% degli insegnanti di scuola primaria e secondaria sono precari, con contratti a tempo determinato da un anno scolastico o meno. La percentuale è la quarta più elevata tra i Paesi membri dell'organizzazione, dopo Romania (25%), Cipro (20,1%) e Finlandia (19,2%), e a pari con il Cile. Il dato, riporta sempre l'Ocse, è in lieve calo rispetto a cinque anni prima, quando i precari erano il 19,4%.

"Dobbiamo velocizzare al massimo i tempi del concorso per i docenti della scuola" commenta il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini. Per far fronte a questa situazione bisogna assumere nuovi docenti e "il metodo per assumerli è il concorso". "Ci stiamo inoltre impegnando - ha aggiunto il ministro - per risolvere il nodo della 'quota 96', un problema non creato da noi, su cui ci stiamo adoperando. Se riusciamo nell'intento potremmo avere altre 4 mila assunzioni".

Oltre la metà dei presidi italiani ritiene inoltre che nella sua scuola ci sia una mancanza di risorse, materiali e umane, che ha un impatto negativo sull'insegnamento. Gli insegnanti italiani sono però soddisfatti del loro lavoro (il 94,4%) e sentono di riuscire a motivare gli studenti anche nei contesti più difficili. Pensano tuttavia che l'insegnamento non sia valorizzato nella società (69% Paesi Talis, 81% Paesi UE), percezione condivisa dal 92% dei nostri dirigenti scolastici (56% Paesi Talis). Invece, in Finlandia, nei Paesi Bassi, Singapore e Alberta (Canada) una percentuale tra il 40-68% dei docenti sente che l'insegnamento è adeguatamente valorizzato.

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