India, la rabbia dei Marò: "Dopo 2 anni siamo ancora qui"

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Collegamento via webcam per Massimilano Latorre e Salvatore Girone per la festa della Repubblica: "Abbiamo obbedito agli ordini e mantenuto la parola data, ma siamo ancora lontani da casa". VIDEO

"Abbiamo obbedito agli ordini, e mantenuto la parola che ci ero stato chiesto di mantenere e siamo ancora qui". E' vibrante e alta la voce di Salvatore Girone, nel corso della videoconferenza con l'India e le commissioni congiunte Esteri e Difesa di Senato e Camera. Il marò trattenuto in India manifesta la "grande emozione" per aver "sentito il passo marciante" dei militari alla parata ai Fori Imperiali e confessa che "certo non è bello non essere tra di loro".

Girone: "Passati due anni e siamo ancora lontani" - "Sono passati più di due anni e anche quest'anno siamo costretti a essere lontani, presenti solo attraverso una webcam", ha aggiunto il fuciliere di Marina con piglio deciso, ricordando che "sono due anni che continuiamo ad affrontare" questa situazione. "Abbiamo ubbidito ad un ordine e oggi siamo ancora qui. Abbiamo mantenuto una parola, quella che ci era stata chiesta e che ancora, con dignità per la nostra nazione, per tutti i militari, continuiamo a mantenere: vorremmo che venisse riconosciuta prima di tutto la nostra innocenza, vorremo che i nostri due Paesi dialogassero per la pace, perché il muro contro muro porta solo alla distruzione", ha proseguito.

Latorre: "Italia e India devono dialogare"
- In precedenza Massimiliano Latorre, l'altro fuciliere trattenuto in India, si è augurato che "due grandi democrazie come l'Italia e l'India devono dialogare, anche perché ci sono dei Trattati firmati". "Tutti sanno tutto, ma noi siamo ancora qui", annota amaro, come prima aveva annotato, asciutto, che "quel che possiamo fare è comportarci da militari e da italiani, e soffrire con dignità in attesa che questa storia possa avere termine".

Mogherini: "Condivido il loro dolore" - Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, da Vienna, ha affermato: "Condivido il loro dolore e delle loro famiglie, con le quali siamo costantemente in contatto".

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