Due ordigni sono esplosi nel quartiere di Dura alla periferia sud della capitale, area dove vive anche una comunità cristiana. Le vittime sarebbero almeno 34 e i feriti oltre 50. Secondo l'Afp oltre 6.650 persone hanno perso la vita da gennaio nel Paese
Strage di Natale a Baghdad: almeno 35 persone hanno perso la vita in un violento attentato che ha colpito un mercato affollato nel quartiere di Dura alla periferia sud della capitale irachena, un'area dove vive anche una comunità cristiana.
"Un attacco che non era non diretto ai cristiani", ha però detto a Radio Vaticana il vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, monsignor Shlemon Warduni. "Non dobbiamo mescolare le cose" ha aggiunto il vescovo ricordando che l'attentato odierno è solo "avvenuto nel giorno di Natale, ma non perché è Natale".
"Due bombe sono esplose a Dura uccidendo 35 persone e ferendone altre 56", ha reso noto Saad Maan, portavoce del ministero dell'Interno iracheno, precisando che ad essere preso di mira è stato il mercato di Athorien e non una chiesa come invece in precedenza avevano affermato fonti della sicurezza locale. Qualche ora prima infatti un colonnello di polizia aveva riferito alla France Presse che negli attacchi erano morti alcuni fedeli da poco usciti dalla chiesa di San Giovanni dopo la messa di Natale.
Al momento nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi odierni. Dalla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003 il Paese sta vivendo una lunga fase di transizione macchiata da una lunga scia di sangue. Gli attentati - che si susseguono quasi quotidianamente e che oppongono gruppi tribali e interreligiosi - sono mirati a colpire in generale le zone e i quartieri maggiormente frequentati, come i caffè, i mercati o le moschee, per fare il maggior numero di vittime.
Il 2013 è stato un vero e proprio anno nero per il Paese asiatico per quanto riguarda il numero delle vittime. Oltre 6.650 persone hanno perso la vita da gennaio, secondo un conteggio dell'Afp.
"Un attacco che non era non diretto ai cristiani", ha però detto a Radio Vaticana il vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei, monsignor Shlemon Warduni. "Non dobbiamo mescolare le cose" ha aggiunto il vescovo ricordando che l'attentato odierno è solo "avvenuto nel giorno di Natale, ma non perché è Natale".
"Due bombe sono esplose a Dura uccidendo 35 persone e ferendone altre 56", ha reso noto Saad Maan, portavoce del ministero dell'Interno iracheno, precisando che ad essere preso di mira è stato il mercato di Athorien e non una chiesa come invece in precedenza avevano affermato fonti della sicurezza locale. Qualche ora prima infatti un colonnello di polizia aveva riferito alla France Presse che negli attacchi erano morti alcuni fedeli da poco usciti dalla chiesa di San Giovanni dopo la messa di Natale.
Al momento nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi odierni. Dalla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003 il Paese sta vivendo una lunga fase di transizione macchiata da una lunga scia di sangue. Gli attentati - che si susseguono quasi quotidianamente e che oppongono gruppi tribali e interreligiosi - sono mirati a colpire in generale le zone e i quartieri maggiormente frequentati, come i caffè, i mercati o le moschee, per fare il maggior numero di vittime.
Il 2013 è stato un vero e proprio anno nero per il Paese asiatico per quanto riguarda il numero delle vittime. Oltre 6.650 persone hanno perso la vita da gennaio, secondo un conteggio dell'Afp.