L'offensiva lanciata il 15 dicembre dal regime siriano sulle zone della città controllate dai ribelli. Tra le vittime ci sarebbero anche molti bambini. Il ministro Bonino da Bruxelles: "Armi chimiche in porto italiano nella seconda metà di gennaio"
Decine di morti (tra i quali molti bambini) si contano in seguito all’offensiva lanciata domenica 15 dicembre dal regime siriano sulle zone controllate dai ribelli ad Aleppo, nel Nord della Siria. A denunciarlo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha diffuso un video nel quale si vede un incendio in una strada coperta da detriti e polvere dopo un raid aereo nel quartiere di Karam el-Beik. Altri video mostrano invece persone che trasportano feriti avvolti in coperte e cumuli di macerie in un quartiere distrutto.
Un raid "senza precedenti" - Secondo al-Jazeera gli abitanti cercano di recuperare i corpi dalle macerie il giorno dopo che gli elicotteri del regime hanno lanciato barili pieni di esplosivo su alcune zone della città. L'Aleppo Media Centre, una rete di attivisti attivi sul campo, ha definito "senza precedenti" il raid sulla città.
A essere presi di mira sono stati i quartieri di Sakhur, Ard al-Hamra e Haydariyeh, precisa l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Volontari della protezione civile hanno invece spiegato ad al Jazeera di aver tentato tutta la notte di prestare soccorso: "Più di dieci zone di Aleppo sono state colpite da pesanti bombardamenti" con "missili e barili con esplosivo".
Bonino: "Armi chimiche in porto italiano nella seconda metà di gennaio" - Intanto, da Bruxelles il ministro degli Esteri Emma Bonino ha detto che sarà l'Opac (Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche) a scegliere il porto italiano più adatto ad ospitare le armi chimiche in arrivo dalla Siria, destinate poi ad essere distrutte, e lo comunicherà al Parlamento italiano "all'inizio di gennaio" quando è prevista un'audizione. La titolare della Farnesina ha aggiunto che l'operazione di trasbordo dovrebbe prendere "24 ore, massimo 48".
Il porto ospiterà il transito dei container con armi chimiche siriane, trasportati da navi scandinave, che saranno poi caricati su una nave statunitense attrezzata per la distruzione degli agenti chimici.
Le armi dovrebbero arrivare "nella seconda metà di gennaio", ha chiarito il ministro, secondo il quale sarebbe possibile anche entro la fine dell'anno, ma dipende dal trasporto dentro il territorio siriano che rappresenta al momento la parte più delicata del transito complessivo.
Un raid "senza precedenti" - Secondo al-Jazeera gli abitanti cercano di recuperare i corpi dalle macerie il giorno dopo che gli elicotteri del regime hanno lanciato barili pieni di esplosivo su alcune zone della città. L'Aleppo Media Centre, una rete di attivisti attivi sul campo, ha definito "senza precedenti" il raid sulla città.
A essere presi di mira sono stati i quartieri di Sakhur, Ard al-Hamra e Haydariyeh, precisa l'Osservatorio siriano per i diritti umani. Volontari della protezione civile hanno invece spiegato ad al Jazeera di aver tentato tutta la notte di prestare soccorso: "Più di dieci zone di Aleppo sono state colpite da pesanti bombardamenti" con "missili e barili con esplosivo".
Bonino: "Armi chimiche in porto italiano nella seconda metà di gennaio" - Intanto, da Bruxelles il ministro degli Esteri Emma Bonino ha detto che sarà l'Opac (Organizzazione per la distruzione delle armi chimiche) a scegliere il porto italiano più adatto ad ospitare le armi chimiche in arrivo dalla Siria, destinate poi ad essere distrutte, e lo comunicherà al Parlamento italiano "all'inizio di gennaio" quando è prevista un'audizione. La titolare della Farnesina ha aggiunto che l'operazione di trasbordo dovrebbe prendere "24 ore, massimo 48".
Il porto ospiterà il transito dei container con armi chimiche siriane, trasportati da navi scandinave, che saranno poi caricati su una nave statunitense attrezzata per la distruzione degli agenti chimici.
Le armi dovrebbero arrivare "nella seconda metà di gennaio", ha chiarito il ministro, secondo il quale sarebbe possibile anche entro la fine dell'anno, ma dipende dal trasporto dentro il territorio siriano che rappresenta al momento la parte più delicata del transito complessivo.