Siria, Kerry: "Assad come Saddam". Il Papa: "Mai più guerre"

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Il segretario di Stato americano John Kerry

Il segretario di Stato americano: "Abbiamo le prove dell'uso del gas". Intanto, dopo che Obama ha detto che attenderà l'ok del Congresso per un attacco, Parigi prende tempo. Damasco: "Usa si espongono a sarcasmo". Francesco: "Dio e Storia giudicheranno"

La delusione degli oppositori di Assad, la soddifazione del regime, l'attesa della Francia, l'appello del Papa.
Sono queste le principali reazioni al discorso di Barack Obama, che si è detto pronto all'attacco ma ha anche aggiunto che l'ultima parola toccherà al Congresso.
Reazioni che non fanno arretrare gli Usa: il presidente siriano Bashar al Assad "si unisce alla lista di Adolf Hitler e di Saddam Hussein", dice il segretario di Stato John Kerry  spiegando che, nell'uccidere la propria gente con le armi chimiche "il caso è lo stesso".

Il Papa: "Mai più la guerra" - La reazione più significativa allle decisioni americane arriva da Parigi: il ministro dell'Interno francese Manuel Valls ha detto che il suo Paese non attaccherà da solo e che dunque attenderà la decisione degli Usa: "Occorre una coalizione", ha aggiunto Valls.
Un appello per la pace arriva invece dal Vaticano. "Mai più la guerra", dice Papa Francesco che condanna l'uso delle armi chimiche e aggiunge: "Ho deciso di indire per tutta la Chiesa il 7 settembre prossimo, vigilia della ricorrenza della Natività di Maria regina della pace, una giornata di digiuno e di preghiera per la pace in Siria e nel Medio Oriente e nel mondo intero".



L'opposizione siriana: "Siamo delusi" - Decisamente diversa, la reazione dell'ooppoisizione alle parole di Obama: "Abbiamo provato un senso di delusione", ha detto un alto dirigente, Samir Nashar, commentando l'annuncio del presidente americano. "Ci aspettavamo che le cose fossero più veloci, che un attacco fosse imminente, ma riteniamo che il Congresso approverà l'attacco".

Il regime: "Usa ormai oggetto di sarcasmo" - Di parere evidentemente opposto, il regime siriano, secondo cui la determinazione del governo a rispondere ad un attacco americano "ha sventato l'aggressione". Il vice premier Qadri Jamil ha poi detto che "rimarremo con il dito sul grilletto", prima di ribadire "grande fiducia nei suoi alleati", aggiungendo che la risposta ad un attacco potrebbe colpire ovunque. Jamil ha anche aggiunto che  l'atteggiamento dell'amministrazione Usa su un possibile attacco in Siria "è diventato ormai oggetto di sarcasmo da parte di tutti".

Kerry: "Gli Usa hanno le prove dell'uso del Sarin" - E una replica indiretta arriva dagli Usa, col segretario di Stato Kerry, che dice che campioni raccolti dai primi soccorritori il 21 agosto sono risultati positivi al test del sarin. Si tratta di campioni di sangue e capelli, "nuove prove che suggeriscono il ruolo di Damasco nel raid", ha detto Kerry aggiungendo che "sono prove che continuano ad arrivare".
Il segretario di Strato ha affermato che la Casa Bianca ha fiducia che il Congresso voterà sì all'uso della forza in Siria. I parlamentari faranno "ciò che è giusto", ha detto alla Cnn, aggiungendo che ci sono in ballo "enormi interessi", la sicurezza nazionale e la credibilità Usa.



La richiesta formale della Casa Bianca - Intanto la Casa Bianca ha richiesto formalmente al Congresso degli Stati Uniti l'autorizzazione per condurre attacchi militari in Siria. Il Senato voterà sulla risoluzione entro il 15 settembre, ha fatto sapere il capo della maggioranza democratica nella Camera alta, Harry Reid. Nella bozza di risoluzione, si spiega che il sostegno di Capitol Hill all'operazione "invierebbe un chiaro segnale della determinazione americana". "L'obiettivo dell'uso della forza da parte degli Stati Uniti con questa autorizzazione dovrebbe essere quello di scoraggiare, bloccare impedire e limitare il potenziale per un futuro impiego di armi chimiche o di altre armi di sterminio", si legge nel testo della risoluzione.

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