Kerry: "In Siria uso indiscriminato di armi chimiche"
MondoIl segretario di Stato americano accusa: "Abbiamo le prove: utilizzo su larga scala, il responsabile ne risponderà". Palazzo Chigi: "Superato il punto di non ritorno". Cecchini non identificati sparano sugli ispettori Onu a Damasco
''Le armi chimiche sono state usate in Siria, è reale''. Il segretario di Stato americano John Kerry non usa giri di parole. "Un uso indiscriminato e su larga scala", ha aggiunto riferendosi all'attacco del 21 agosto. "Le immagini che abbiamo visto sono un urlo nei nostri confronti. Siamo in possesso di molte informazioni, altre le valutiamo con gli alleati". Una dichiarazione dura quelle del diplomatico Usa: "L'uccisione di civili in Siria è un'oscenità dal punto di vista morale, che dovrebbe scuotere le coscienze nel mondo. Non è possibile giustificare l'uso di armi messe al bando da tutta la comunità internazionale. L'utilizzo di queste armi, come il tentativo di coprirne il ricorso, offende tutta l'umanità".
La conferenza di Kerry - Gli Stati Uniti dunque prendono una posizione netta e sempre Kerry ha annunciato che "il presidente Obama assumerà una decisione informata su come rispondere all'uso di armi chimiche perché ritiene che chi ne è responsabile debba essere chiamato a risponderne".
"L'uso di armi chimiche è innegabile e ci sono pochi dubbi sul fatto che sia stato il governo di Assad a usarle", ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, sottolineando che Obama non ha ancora deciso cosa fare. Il premier britannico David Cameron ha invece puntato il dito contro il regime: "Ci sono pochi dubbi" riguardo al fatto che l'attacco sia stata opera del regime di Assad", ha detto in una telefonata con Putin.
La posizione italiana - Anche Palazzo Chigi ha fatto sapere che "in Siria si è oltrepassato il punto di non ritorno", ma la soluzione della crisi deve essere "multilaterale", per questo si susseguono i "contatti con gli alleati europei e americani". La posizione ufficiale del governo è emersa in una riunione tra Enrico Letta, Angelino Alfano e i ministri Emma Bonino e Mario Mauro. Tutti hanno espresso la "condanna totale" dell'atteggiamento di Bashar al Assad", facendo appello a una soluzione che abbia una mandato internazionale
Spari sulle auto Onu - Nella giornata di lunedì gli ispettori Onu a Damasco hanno subito un attacco da parte di cecchini non identificati che hanno sparato e danneggiato uno dei veicoli utilizzati per raggiungere la zona teatro del presunto attacco con gas letali. A riferirlo è stato un portavoce delle Nazioni Unite. La tv di Stato ha parlato di "terroristi" mentre l'opposizione ha accusato le milizie pro Assad. Gli esperti incaricati di raccogliere dati hanno effettuato sopralluoghi e incontrato alcuni civili colpiti dal presunto attacco. Secondo quanto riferito dall'Onu, nonostante siano passati giorni dall'attacco, è stato possibile trovare prove.
Attacco più vicino - Già lunedì mattina alcune indiscrezioni della stampa britannica avevano anticipato che un attacco imminente da parte di Usa e Gran Bretagna potesse essere possibile. Sull'ipotesi è intervenuto il ministro degli Esteri Emma Bonino: "E' una cosa su cui pensarci mille volte" La Russia, alleato di primo piano del regime, ha lasciato intendere che ci potrebbero essere i ribelli dietro l'attacco con le armi chimiche. La Francia ha spiegato di non aver preso ancora una decisione su un eventuale intervento militare. La Turchia, ex alleato di Assad e ora uno dei principali sostenitori dell'opposizione, ha fatto sapere che si unirà a qualunque coalizione internazionale anche se in sede Onu non si prenderà una decisione su un eventuale intervento.
Gruppi opposizione: Padre Dall'Oglio in grave pericolo - Nelle ultime ore sono emerse anche novità a proposito di padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita scomparso circa un mese fa nell'area di Raqqa. Come appreso dall'Agenzia Fides, i giovani del "Free Youth Committee", legati all'opposizione siriana, continuano le ricerche. "Sappiamo con certezza solo che padre Paolo è in grave pericolo", dicono. Sui rapimenti di padre Paolo Dall'Oglio e dell'inviato della Stampa Domenico Quirico, è intervenuto anche il ministro degli Esteri Emma Bonino. "Ci sono alcuni contatti flebili che si annodano e si riannodano" ha detto in un forum a Radio Radicale.
La conferenza di Kerry - Gli Stati Uniti dunque prendono una posizione netta e sempre Kerry ha annunciato che "il presidente Obama assumerà una decisione informata su come rispondere all'uso di armi chimiche perché ritiene che chi ne è responsabile debba essere chiamato a risponderne".
"L'uso di armi chimiche è innegabile e ci sono pochi dubbi sul fatto che sia stato il governo di Assad a usarle", ha aggiunto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney, sottolineando che Obama non ha ancora deciso cosa fare. Il premier britannico David Cameron ha invece puntato il dito contro il regime: "Ci sono pochi dubbi" riguardo al fatto che l'attacco sia stata opera del regime di Assad", ha detto in una telefonata con Putin.
La posizione italiana - Anche Palazzo Chigi ha fatto sapere che "in Siria si è oltrepassato il punto di non ritorno", ma la soluzione della crisi deve essere "multilaterale", per questo si susseguono i "contatti con gli alleati europei e americani". La posizione ufficiale del governo è emersa in una riunione tra Enrico Letta, Angelino Alfano e i ministri Emma Bonino e Mario Mauro. Tutti hanno espresso la "condanna totale" dell'atteggiamento di Bashar al Assad", facendo appello a una soluzione che abbia una mandato internazionale
Spari sulle auto Onu - Nella giornata di lunedì gli ispettori Onu a Damasco hanno subito un attacco da parte di cecchini non identificati che hanno sparato e danneggiato uno dei veicoli utilizzati per raggiungere la zona teatro del presunto attacco con gas letali. A riferirlo è stato un portavoce delle Nazioni Unite. La tv di Stato ha parlato di "terroristi" mentre l'opposizione ha accusato le milizie pro Assad. Gli esperti incaricati di raccogliere dati hanno effettuato sopralluoghi e incontrato alcuni civili colpiti dal presunto attacco. Secondo quanto riferito dall'Onu, nonostante siano passati giorni dall'attacco, è stato possibile trovare prove.
Attacco più vicino - Già lunedì mattina alcune indiscrezioni della stampa britannica avevano anticipato che un attacco imminente da parte di Usa e Gran Bretagna potesse essere possibile. Sull'ipotesi è intervenuto il ministro degli Esteri Emma Bonino: "E' una cosa su cui pensarci mille volte" La Russia, alleato di primo piano del regime, ha lasciato intendere che ci potrebbero essere i ribelli dietro l'attacco con le armi chimiche. La Francia ha spiegato di non aver preso ancora una decisione su un eventuale intervento militare. La Turchia, ex alleato di Assad e ora uno dei principali sostenitori dell'opposizione, ha fatto sapere che si unirà a qualunque coalizione internazionale anche se in sede Onu non si prenderà una decisione su un eventuale intervento.
Gruppi opposizione: Padre Dall'Oglio in grave pericolo - Nelle ultime ore sono emerse anche novità a proposito di padre Paolo Dall'Oglio, il gesuita scomparso circa un mese fa nell'area di Raqqa. Come appreso dall'Agenzia Fides, i giovani del "Free Youth Committee", legati all'opposizione siriana, continuano le ricerche. "Sappiamo con certezza solo che padre Paolo è in grave pericolo", dicono. Sui rapimenti di padre Paolo Dall'Oglio e dell'inviato della Stampa Domenico Quirico, è intervenuto anche il ministro degli Esteri Emma Bonino. "Ci sono alcuni contatti flebili che si annodano e si riannodano" ha detto in un forum a Radio Radicale.