Pechino, uomo fa esplodere una bomba in aeroporto

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Una persona disabile di 34 anni, che affermava di essere "ridotto in sedia a rotelle a causa delle botte ricevute dalla polizia", ha innescato un rudimentale ordigno al Terminal 3 dello scalo cittadino. Solo lui è rimasto ferito dallo scoppio

Una forte esplosione ha scosso l'aeroporto di Pechino. Un uomo di 34 anni ha fatto scoppiare un rudimentale ordigno per protestare contro i soprusi subiti dalle forze dell'ordine che l'avrebbero ridotto in sedia a rotelle. Secondo la tv di Stato Cctv l'attentatore sarebbe stato identificato in Ji Zhongxing. Stanco delle botte della polizia ha deciso di farsi giustizia facendo esplodere una bomba allo scalo internazionale della capitale cinese. Nessun ferito tranne se stesso. 

Bomba fatta in casa - La bomba casareccia è scoppiata vicino ad una delle uscite nella sala degli arrivi del Terminal 3 dell'aeroporto, quello più usato dal traffico internazionale. La polizia di Pechino ha precisato che l'ordigno era stato confezionato con l'esplosivo usato di solito per i fuochi di artificio. Ora l'attentatore è ricoverato in ospedale, sembra con un braccio rotto.

Proteste prima dell'esplosione - Testimoni oculari hanno riferito che Ji, sulla sua sedia a rotelle, prima di far esplodere l'ordigno è stato fermo a lungo davanti all'uscita, urlando frasi contro la polizia municipale di Dongguan, una città industriale del sud dove probabilmente risiedeva, che l'avrebbe più volte picchiato. Secondo quanto riferito su Twitter da Yifan Zhang - che nel suo profilo si definisce come un ex giornalista - lo stesso Ji in una lettera postata sul suo blog racconta che le botte subite dalla polizia nel 2005 che lo avrebbero reso disabile.

Opinione pubblica mobilitata - Foto scattate coi telefonini da passeggeri che si trovavano nell'aeroporto mostrano Ji con entrambe le braccia alzate mentre stringe un oggetto non identificato, probabilmente la bomba, nella mano sinistra. Il dramma si verifica mentre l'attenzione dell'opinione pubblica è alta intorno ad un'altra vicenda che coinvolge la polizia municipale di Linwu, nella provincia centrale dell'Hunan, dove un venditore di cocomeri è stato ucciso a calci, pugni e bastonate da agenti in divisa. Il caso ha provocato un'ondata di proteste localmente e sul web, tanto forte da spingere le autorità ad arrestare sei funzionari di polizia. Alla famiglia della vittima, secondo l'agenzia Nuova Cina, è stato consegnato oggi un risarcimento di 897mila yuan (quasi 120mila euro).

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