Italiani detenuti in India, i genitori incontrano Mancini

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"L'ambasciatore è apparso molto preoccupato per la vicenda dei marò", racconta la madre di uno dei ragazzi da 3 anni prigionieri nelle carceri indiane. "Lo Stato deve rimediare a una situazione che potrebbe avere ripercussioni anche sul nostro caso"

Non sono solo le sorti dei due marò a essere legate delicatamente in queste ore ai rapporti tra India e Italia. Anche due ragazzi italiani Tomaso Bruno, di Albenga, e Elisabetta Boncompagni, di Torino, sono prigionieri nelle carceri indiane da tre anni, dopo una condanna all’ergastolo per l’omicidio dell’amico Francesco Montis, con cui si trovavano in vacanza nel Paese asiatico nel febbraio del 2010. L'accusa è stata sempre respinte dai due giovani e dalla famiglia della vittima, ma, mentre si attende un nuovo processo in settembre, i familiari temono che la vicenda dei marò possa avere ripercussioni negative sul caso dei loro figli.

E proprio oggi 18 marzo i genitori di Tomaso e Elisabetta, partiti il 16 marzo per l'India, hanno incontrato a Nuova Delhi l'ambasciatore Daniele Mancini, su cui pesa il divieto di lasciare il Paese dopo il mancato ritorno dei due marò in India.
Mancini "è apparso piuttosto preoccupato per la vicenda dei due marò. L'impressione tuttavia è stata buona. Ora lo Stato italiano deve trovare il modo di rimediare a questa vicenda che potrebbe avere anche delle ripercussioni sul nostro caso" racconta dopo l’incontro Marina Maurizio, la madre di Tomaso Bruno. "L'incontro - ha riferito la donna - si è svolto proprio mentre in Corte Suprema si discuteva il caso dell'ambasciatore. Il suo avvocato difensore, tra l'altro, è Mukul Rohatgi, lo stesso che si occupa della vicenda di Tom e Eli".

Martedì sera alle 19 ora indiana è previsto l'incontro proprio col legale e mercoledì mattina si terrà un nuovo vertice in Ambasciata prima di partire per Varanasi dove Marina Maurizio, Euro Bruno e Romano Boncompagni andranno a fare visita ai due ragazzi rinchiusi in carcere.

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