Algeria, assalto finale: morti 7 ostaggi e 11 rapitori

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Le forze speciali hanno sferrato l'attacco al sito petrolifero di In Amenas uccidendo i terroristi. Gli jihadisti aveva già giustiziato i civili stranieri ancora prigionieri. Fonti locali: in 16 sono rimasti vivi nascondendosi dietro i macchinari

Nuovo massacro: 18 morti tra ostaggi e terroristi (che porta il bilancio provvisorio delle vittime a 55). E' l'ultimo atto del folle assalto compiuto da un gruppo di jihadisti al sito gasiero di In Amenas, nel sud-est dell'Algeria.
Dopo giorni da incubo, sabato 19 gennaio le unità speciali algerine - che avevano fallito il primo tentativo nella notte tra il 18 e 19 - hanno rotto gli indugi, attaccando. Anche perché le speranze di evitare una carneficina sono state bruciate dall'intransigenza dei terroristi che, guidati dal lontano Mali dal loro emiro Moctar Belmoctar grazie ad un telefono satellitare, avevano cercato di guadagnare altro tempo. Ma gli algerini di tempo non ne hanno concesso ed è stato un inferno di colpi ed esplosioni.

Assalto finale: morti 7 ostaggi e 11 rapitori - Quando le unità speciali dell'esercito, dopo che i loro colpi non ricevevano più risposta, hanno fatto irruzione nella casupola adibita ad alloggio e che i terroristi avevano scelto come ultimo baluardo, hanno trovato solo morti. Undici terroristi - che non avevano fatto in tempo o voluto lasciarsi esplodere con le cinture imbottite di Semtex che indossavano - e sette ostaggi, a prima vista uccisi con colpi sparati a bruciapelo alla testa, un'esecuzione in piena regola in una battaglia che di regole non ne ha avute.

Il bilancio è ancora confuso - L'ultimo drammatico ritrovamento ha, ancora una volta, rimescolato i numeri, che rispetto a quelli ufficiali sembrano non tornare, sia per i terroristi che per gli ostaggi. Per il ministero dell'Interno, che parla comunque di un bilancio non ancora definitivo, l'impresa suicida dei terroristi ha provocato la morte di 32 di loro e di 23 ostaggi. Quale che sia il criterio dei conteggi, rimangono sempre delle preoccupanti zone d'ombra, con alcune compagnie che non trovano tutti i loro dipendenti (come la BP); Paesi (come il Giappone e la Gran Bretagna) che sanno che dovranno piangere delle vittime; notizie spaventose che circolano da ore pur se non confermate ufficialmente, come la scoperta di 15 cadaveri carbonizzati, jihadisti o ostaggi che possano essere.

16 sopravvissuti - Mentre soldati e tecnici giravano per il campo sono saltati fuori sedici sopravvissuti: al primo crepitare, dopo l'attacco dei terroristi, hanno avuto la freddezza di andare a cercare riparo nell'intricata rete di tubi, silos, manichette. Due giorni senza mangiare e bere, fino a quando non hanno capito che tutto era finito.

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