A quattro anni dall’operazione “Piombo Fuso”, Tel Aviv lancia un’offensiva aerea sulla Striscia in risposta ai razzi caduti sul suo territorio: colpito Ahmed Jaabari, comandante della fazione islamica. Netanyahu: “La situazione era divenuta insostenibile”
Tornano a materializzarsi gli spettri della guerra nella Striscia di Gaza. A quattro anni dalla sanguinosa operazione “Piombo Fuso”, Israele ha lanciato una massiccia offensiva aerea sulla Striscia, uccidendo Ahmed Jaabari, 52 anni, comandante del braccio armato della fazione islamica (Brigate Ezzedin al-Qassam), il regista della cattura di Ghilad Shalit e di fatto l'“uomo forte” di Gaza.
La sua eliminazione è giunta dopo che per giorni Hamas aveva indirizzato da Gaza i propri razzi contro il Neghev israeliano. "La situazione era divenuta insostenibile", si è giustificato il premier Benyamin Netanyahu, "dovevamo assolutamente reagire. Nessuna altra nazione al mondo avrebbe accettato una situazione simile".
Jaabari è stato centrato da un missile a bordo della vettura su cui viaggiava con il figlio. L'esplosione ha ridotto l'automobile a un ammasso di lamiere accartocciate e non gli ha dato scampo. Malgrado la tensione crescente, pare si sentisse sicuro: forse riteneva di beneficiare di una “'rete di protezione” egiziana, avendo stretto di recente le proprie relazioni con i servizi segreti del Cairo nello sforzo di arginare le attività sempre più destabilizzanti dei salafiti sia nella Striscia sia nel Sinai. Ma la mote lo ha raggiunto dal cielo nel pieno centro di Gaza City, all'imbocco di via Omar el-Mukhtar.
Nella Striscia la notizia dell'uccisione di Jaabari - personaggio circondato da un alone di ammirazione - si è sparsa in brevissimo tempo. Attorno all'ospedale al-Shifa si è radunata una folla in preda al dolore e alla collera, mentre miliziani di Hamas sparavano in aria rabbiose raffiche di arma automatica.
Israele intanto non si è fermato, annunciando l'avvio di un'operazione su più vasta scala denominata “Colonna di nuvola”: per ora affidata alla sola aviazione, ma aperta al coinvolgimento di forze di terra "se sarà necessario", ha avvertito Netanyahu. Nelle ore successive i raid si sono susseguiti quasi senza sosta, colpendo sia comandanti di Hamas sia i depositi di razzi Fajjar capaci di raggiungere da Gaza, in teoria, la periferia di Tel Aviv.
Hamas ha reagito accusando a sua volta Israele di condurre "un'aggressione barbara" e indiscriminata. Gli islamici al potere nella Striscia - i cui dirigenti di sono dati alla clandestinità per sfuggire ai velivoli israeliani - hanno fatto sapere che la loro reazione spalancherà "le porte dell'inferno" di fronte all'“occupante sionista” e che ormai "sono leciti tutti gli obiettivi in Israele".
La sua eliminazione è giunta dopo che per giorni Hamas aveva indirizzato da Gaza i propri razzi contro il Neghev israeliano. "La situazione era divenuta insostenibile", si è giustificato il premier Benyamin Netanyahu, "dovevamo assolutamente reagire. Nessuna altra nazione al mondo avrebbe accettato una situazione simile".
Jaabari è stato centrato da un missile a bordo della vettura su cui viaggiava con il figlio. L'esplosione ha ridotto l'automobile a un ammasso di lamiere accartocciate e non gli ha dato scampo. Malgrado la tensione crescente, pare si sentisse sicuro: forse riteneva di beneficiare di una “'rete di protezione” egiziana, avendo stretto di recente le proprie relazioni con i servizi segreti del Cairo nello sforzo di arginare le attività sempre più destabilizzanti dei salafiti sia nella Striscia sia nel Sinai. Ma la mote lo ha raggiunto dal cielo nel pieno centro di Gaza City, all'imbocco di via Omar el-Mukhtar.
Nella Striscia la notizia dell'uccisione di Jaabari - personaggio circondato da un alone di ammirazione - si è sparsa in brevissimo tempo. Attorno all'ospedale al-Shifa si è radunata una folla in preda al dolore e alla collera, mentre miliziani di Hamas sparavano in aria rabbiose raffiche di arma automatica.
Israele intanto non si è fermato, annunciando l'avvio di un'operazione su più vasta scala denominata “Colonna di nuvola”: per ora affidata alla sola aviazione, ma aperta al coinvolgimento di forze di terra "se sarà necessario", ha avvertito Netanyahu. Nelle ore successive i raid si sono susseguiti quasi senza sosta, colpendo sia comandanti di Hamas sia i depositi di razzi Fajjar capaci di raggiungere da Gaza, in teoria, la periferia di Tel Aviv.
Hamas ha reagito accusando a sua volta Israele di condurre "un'aggressione barbara" e indiscriminata. Gli islamici al potere nella Striscia - i cui dirigenti di sono dati alla clandestinità per sfuggire ai velivoli israeliani - hanno fatto sapere che la loro reazione spalancherà "le porte dell'inferno" di fronte all'“occupante sionista” e che ormai "sono leciti tutti gli obiettivi in Israele".