Siria: Russia e Cina pongono il veto a nuove sanzioni

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Il Palazzo di Vetro dell'Onu a New York

Rabbia degli Usa: "Pronti a cercare soluzioni al di fuori dell'Onu". Mosca difende la scelta: "La risoluzione apriva a un possibile intervento armato". A Damasco intanto sarebbero entrati in azione i carri armati

La Russia e la Cina hanno posto il veto su una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu che intendeva imporre nuove sanzioni sul regime del presidente siriano Bashar al-Assad. E' la terza volta, in nove mesi, che Russia e Cina hanno usato il loro potere di veto all'interno del consiglio per bloccare le risoluzioni contro il regime siriano. Al voto odierno, la nuova risoluzione ha ottenuto 11 voti a favore, Russia e Cina contro e due astensioni.

La Russia: "Risoluzione apriva a intervento armato"
- L'ambasciatore russo all'Onu  Vitaly Churkin ha giustificato il voto, sostenendo che il testo apriva la porta ad un intervento militare ed era unilaterale, minacciando sanzioni soltanto nei confronti del governo di Damasco, e non verso l'opposizione. Duro invece il commento dell'ambasciatrice Usa Susan Rice: "Questa è la terza volta che Russia e Cina hanno impedito al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di portare a termine il proprio lavoro". "Questo veto è ancora più deplorevole dei primi due", ha chiosato la Rice, ribadendo che la risoluzione avrebbe dato il necessario sostegno al lavoro dell'inviato speciale Annan e a un piano di transizione. "E' una vergogna che ciò non possa succedere", ha detto ancora la delegata Usa, sottolineando che oggi l'organo Onu ha perso un'altra opportunità di lavorare insieme.

Usa pronti a intervenire fuori dall'Onu - La Rice ha quindi spiegato che ora gli Stati Uniti cercheranno una soluzione alla crisi siriana al di fuori dell'Onu  "Intensificheremo il nostro lavoro con una diversa serie di partner al di fuori del Consiglio di Sicurezza per portare al massimo la pressione che il regime di Assad può sopportare e nel fornire assistenza a quanti ne hanno bisogno" ha detto l'ambasciatrice. Dalla Casa Bianca è arrivato un no all'ipotesi di un prolungamento della missione Onu e secondo il New York Times ci sarebbero già stato contatti tra il Pentagono e il ministro della Difesa israeliano riguardo a un possibile intervento.

Carri armati a Damasco
- Intanto a Damasco, denuncia l'osservatorio per i diritti umani siriano, le truppe del regime siriano hanno "per la prima volta attaccato il quartiere Qabbon con un gran numero di carri armati". "Oltre 15 carri e mezzi blindati hanno assaltato la strada principale del quartiere" ha riferito il gruppo di opposizione. Bashar Al Assad, che dopo l'attentato di mercoledì in cui ha perso la vita il ministro della Difesa, sembrava scomparso dagli schermi della tv, alimentando voci su una sua possibile fuga, è riapparso in pubblico in occasione del giuramento del nuovo responsabile dell'esercito.

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