Le autorità americane lo avevano inserito nella No Fly List. Il premier Fillon si difende: "Nessun elemento per fermarlo". Ma secondo Il Foglio lo stragista era un informatore dell'intelligence. Intanto il fratello della vittima dice: "Orgoglioso di lui"
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E' polemica in Francia sul caso di Mohamed Merah, il giovane franco-algerino responsabile della strage di Tolosa, morto giovedì 22 marzo nel corso del blitz delle teste di cuoio d'Oltralpe. Secondo fonti citate dal Wall Street Journal, infatti, il suo nome era già noto al dipartimento dell'antiterrorismo del Fbi. In un'intervista alla radio Rtl il premier francese Francois Fillon si è difeso sostenendo che non ci fossero "elementi per fermarlo". "Non abbiamo il diritto in un Paese come il nostro di sorvegliare in modo permanente, senza una decisione giudiziaria, qualcuno che non ha commesso un delitto. Viviamo in uno Stato di diritto", ha aggiunto Fillon. Ma intanto Il Foglio, citando fonti dei servizi francesi, avanza il sospetto che dietro alla vicenda di Merah ci sia un'operazione di intelligence andata male.
E la polemica continua dopo le dichiarazioni di Abdelkader Merah, fratello maggiore di Mohammed, che si è detto "orgoglioso" di lui e di quanto ha fatto.
Merah già conosciuto dall'Fbi - Secondo quanto riportato dal quotidiano americano le autorità americano conoscevano già il passato di Merah. Lo conoscevano almeno dal 2010, quando al Dipartimento dell'antiterrorismo dell'Fbi lo inserirono nella 'No fly list', l'elenco delle persone non ammesse a bordo di aerei che volano da e verso gli Stati Uniti perché sospettate di terrorismo. A rivelarlo è il Wall Street Journal, che cita fonti della polizia federale statunitense. Il nome di Merah era stato inserito nella lista nera costantemente aggiornata dagli investigatori americani (e che a fine 2011 contava 10.000 persone) dopo che il giovane - di origine algerina - era stato arrestato in Afghanistan, dove è rimasto in carcere per qualche tempo prima di tornare in Francia.
Molti punti oscuri nel suo passato - Da quell'arresto il controterrorismo americano ha raccolto informazioni su informazioni riguardanti Merah e sulla sua possibile appartenenza a gruppi riconducibili ad al Qaeda. Anche se le ragioni del suo arresto e della sua detenzione in Afghanistan - raccontano fonti investigative - non sono mai state del tutto chiarite. Come non è chiaro se il giovane, nel periodo in cui è stato costretto a rimanere in Afghanistan, sia mai stato sotto la custodia anche delle autorità militari americane. Dalle informazioni in mano agli investigatori americani sembra comunque che Merah, dopo essere rientrato in Francia, sia ritornato per un breve periodo in Afghanistan lo scorso anno, per poi riapparire in Francia lo scorso ottobre.
Il Foglio: "Operazione di intelligence andata male" - Gettano invece tutt'altra luce sul caso le rivelazioni riportate dal quotidiano italiano Il Foglio che, citando fonti anonime dei servizi francesi, avanza il sospetto che Mohamed Merah fosse in realtà un informatore dell'intelligence francese, un doppio-giochista passato improvvisamente a una delle due parti in causa. In un articolo firmato da Daniele Raineri si sostiene che durante le 36 ore del blitz, il "handler" dei servizi, ovvero l'agente che teneva il contatto con lui, sia entrato indisturbato nell'appartamento di Merah per cercare di negoziare una resa. Il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara cita inoltre, come conferma indiretta, un articolo di Le Point, secondo cui uno dei bersagli annunciati da Merah sarebbe stato "un funzionario dei servizi segreti di origine islamica". Come fa "un giovane un giovane spiantato della periferia di Tolosa" a conoscere un funzionario d’intelligence, si chiede il Foglio. Molti dubbi da parte degli inquirenti, riporta anche Le Monde, esisterebbero sulla disponibilità finanziaria del giovane terrorista.
Permane il fermo dei famigliari - Intanto a Tolosa le autorità francesi hanno deciso di prolungare il fermo dei tre famigliari di Merah. La madre dell'uomo, il fratello e la compagna di quest'ultimo sono detenuti dalla polizia da 48 ore e il loro fermo può durare altre 48 ore, secondo la procedura antiterrorista francese.
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E la polemica continua dopo le dichiarazioni di Abdelkader Merah, fratello maggiore di Mohammed, che si è detto "orgoglioso" di lui e di quanto ha fatto.
Merah già conosciuto dall'Fbi - Secondo quanto riportato dal quotidiano americano le autorità americano conoscevano già il passato di Merah. Lo conoscevano almeno dal 2010, quando al Dipartimento dell'antiterrorismo dell'Fbi lo inserirono nella 'No fly list', l'elenco delle persone non ammesse a bordo di aerei che volano da e verso gli Stati Uniti perché sospettate di terrorismo. A rivelarlo è il Wall Street Journal, che cita fonti della polizia federale statunitense. Il nome di Merah era stato inserito nella lista nera costantemente aggiornata dagli investigatori americani (e che a fine 2011 contava 10.000 persone) dopo che il giovane - di origine algerina - era stato arrestato in Afghanistan, dove è rimasto in carcere per qualche tempo prima di tornare in Francia.
Molti punti oscuri nel suo passato - Da quell'arresto il controterrorismo americano ha raccolto informazioni su informazioni riguardanti Merah e sulla sua possibile appartenenza a gruppi riconducibili ad al Qaeda. Anche se le ragioni del suo arresto e della sua detenzione in Afghanistan - raccontano fonti investigative - non sono mai state del tutto chiarite. Come non è chiaro se il giovane, nel periodo in cui è stato costretto a rimanere in Afghanistan, sia mai stato sotto la custodia anche delle autorità militari americane. Dalle informazioni in mano agli investigatori americani sembra comunque che Merah, dopo essere rientrato in Francia, sia ritornato per un breve periodo in Afghanistan lo scorso anno, per poi riapparire in Francia lo scorso ottobre.
Il Foglio: "Operazione di intelligence andata male" - Gettano invece tutt'altra luce sul caso le rivelazioni riportate dal quotidiano italiano Il Foglio che, citando fonti anonime dei servizi francesi, avanza il sospetto che Mohamed Merah fosse in realtà un informatore dell'intelligence francese, un doppio-giochista passato improvvisamente a una delle due parti in causa. In un articolo firmato da Daniele Raineri si sostiene che durante le 36 ore del blitz, il "handler" dei servizi, ovvero l'agente che teneva il contatto con lui, sia entrato indisturbato nell'appartamento di Merah per cercare di negoziare una resa. Il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara cita inoltre, come conferma indiretta, un articolo di Le Point, secondo cui uno dei bersagli annunciati da Merah sarebbe stato "un funzionario dei servizi segreti di origine islamica". Come fa "un giovane un giovane spiantato della periferia di Tolosa" a conoscere un funzionario d’intelligence, si chiede il Foglio. Molti dubbi da parte degli inquirenti, riporta anche Le Monde, esisterebbero sulla disponibilità finanziaria del giovane terrorista.
Permane il fermo dei famigliari - Intanto a Tolosa le autorità francesi hanno deciso di prolungare il fermo dei tre famigliari di Merah. La madre dell'uomo, il fratello e la compagna di quest'ultimo sono detenuti dalla polizia da 48 ore e il loro fermo può durare altre 48 ore, secondo la procedura antiterrorista francese.