Nigeria, oltre 100 morti in una settimana

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I resti dell'autobomba in Nigeria - Foto: Getty

Gli attentati di Natale sono stati il culmine di un'azione perseguita dal gruppo islamista Boko Haram in tutto il paese. Fondata nel 2002 l'organizzazione ha come obiettivo l'introduzione della sharia in tutto il paese africano

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E' di oltre 110 morti il bilancio, provvisorio e ufficioso, dei morti di Natale in Nigeria, il secondo consecutivo scandito da attentati e lutti. L'episodio simbolo è avvenuto nella chiesa cattolica di Santa Teresa a Madalla, nello stato confederato di Niger, a circa 45 chilometri dalla capitale federale, Abuja.

Attentato di Natale - Qui, la mattina del 25, un'auto bomba è esplosa al termine della messa quando i fedeli stavano uscendo dalla chiesa uccidendo almeno 35 persone e provocando oltre 50 feriti, di cui numerosi in gravi condizioni. Un altro morto si è registrato a Jos, capoluogo dello stato di Plateau, nel centro della Nigeria martoriato da oltre dieci anni da sanguinosi scontri tra etnie diverse e tra la comunità musulmana e cristiana. Nel nord-est del Paese, sempre il giorno di Natale, i morti sono stati quattro, da sommare alle 70 vittime dei giorni immediatamente precedenti, di cui una sessantina provocati dall'azione repressiva dell'esercito locale in risposta ad alcuni attentati rivendicati, come quello di Madalla, da Boko Haram, gruppo terroristico di matrice islamica che mira all'estensione a tutta la nazione della sharia, attualmente in vigore, seppure in modo blando, in 12 dei 36 stati confederati che compongono la Repubblica federale.

Gruppo terroristico nato nel 2002 - Boko Haram fu fondata dall'imam Mohammed Yusuf nel 2002 nel nord-est della Nigeria, a Maiduguri, capoluogo di Borno, dove la setta ha ancora le principali roccaforti e fa i maggiori proseliti. Nel luglio del 2009 l'esercito nigeriano effettuò la prima, vasta operazione che portò all'uccisione di 800 terroristi e alla cattura di Yusuf stesso, morto pochi giorni dopo quando si trovava in una stazione di polizia. Da allora Boko Haram da dichiarato la 'guerra santa' al governo centrale e il conflitto si è esteso a tutto il nord della Nigeria, fino alla capitale, una volta l'unico posto della nazione dove lo Stato riusciva a far sentire la propria esistenza.

I primi attentati - Dal 2009 risalgono i contatti 'esteri' con gruppi analoghi del Maghreb, con gli Al shabaab della Somalia e al Qaeda, contatti che lo hanno aiutato a un aumento della capacità strategica e operativa, culminata nell'attentato alla sede Onu di Abuja di agosto scorso (26 morti). Il primo attentato nella capitale nigeriana risale comunque al capodanno 2010 e gli analisti e i servizi segreti, sia nigeriani sia internazionali, mettono in guardia da possibili nuove azioni in occasione della fine dell'anno, giorno che segnerà l'anniversario ideale dell'inizio del periodo durante il quale Boko Haram si è imposto come uno dei gruppi terroristici più sanguinari e pericolosi a livello mondiale. Nel 2011, sempre secondo statistiche prudenti e ufficiose, i morti di Boko Haram e dell'azione repressiva delle forze dell'ordine nigeriane hanno superato abbondantemente il numero mille.

Condanna unanime da tutto il mondo
- Gli Usa intanto hanno condannato la violenza e la Casa Bianca ha preso immediatamente contatto con  le autorità nigeriane. In Europa hanno condannato gli attacchi il ministro italiano degli Esteri Giulio Terzi che ha parlato di "episodi orrendi", e il ministro tedesco Guido Westerwelle. Dal Vaticano il portavoce della Santa Sede padre Federico Lombardi ha affermato l'attentato è "un'azione assurda" che dimostra "un odio cieco che non ha alcun rispetto per la vita" e alimenta l'odio e la confusione. Condanna anche da parte del presidente nigeriano Goodluck Jonathan: "Questi atti di violenza contro cittadini innocenti sono un affronti ingiustificabili alla nostra sicurezza e alle nostre libertà collettive". Condanne sono arrivate anche dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon e dalla Casa Bianca.

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