Usa, ciclone Indignati: occupato pure il Ponte di Brooklyn

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Un manifestante sul Ponte di Brooklyn durante la manifestazione avvenuta nella notte del 17 novembre (Getty Images)

Dopo lo sgombero di Zuccotti Park, non si ferma la protesta del movimento Occupy Wall Street, trasferendosi in uno dei luoghi simbolo della città: 200 arresti e qualche ferito. Disagi anche a Los Angeles. VIDEO

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Giornata di scontri a Manhattan dove, a due mesi dall'inizio della protesta contro il mondo della finanza, migliaia indignati di 'Occupy Wall Street' sono tornati in strada in quella che è stata la più grande manifestazione organizzata finora dal movimento.
Fallito nella mattinata di giovedì 17 novembre il tentativo di 'assaltare' la sede della Borsa di New York, blindata da un enorme dispiegamento di agenti in tenuta anti-sommossa, una folla oceanica (polizia e organizzatori parlano di oltre 10.000 persone) si è diretta verso il ponte di Brooklyn che poco dopo è stato occupato.
Alla fine si contano oltre 200 arresti e qualche ferito. In quello che è stato chiamato 'Action Day', manifestazioni si sono svolte in molte città degli Stati Uniti, quasi tute pacifiche.

Tafferugli a Los Angeles - Qualche tafferuglio si registra a Los Angeles, dove il movimento degli indignati sta prendendo sempre più piede.
La situazione più critica è stata proprio quella di New York dove, fin dalle prime ore dell'alba, il sud di Manhattan è stato blindato da un esercito di poliziotti, per impedire ai manifestanti l'accesso nel cuore del distretto finanziario. Migliaia di persone, infatti, si erano radunate nella zona di Zuccotti Park - il campo base degli attivisti sgombrato con la forza nella notte tra lunedì 14 e martedì 15 e ora riconquistato dal movimento - con l'obiettivo di ritardare l'apertura della Borsa.
Duro il braccio di ferro tra gli agenti e i manifestanti che hanno cercato in tutti i modi di forzare il blocco per dirigersi verso la sede del New York Stock Exchange.

Proteste a Manhattan - I poliziotti in più di un'occasione sono dovuti ricorrere alla forza per arginare la marea di indignati, scegliendo la linea dura - raccontano i testimoni - anche nei confronti di giornalisti, operatori e fotografi in strada per seguire gli avvenimenti.
Fallita l'incursione alla Borsa, dove le contrattazioni sono partite puntualmente, la battaglia si è spostata in altri punti di Manhattan. I manifestanti, infatti, si sono divisi in diversi gruppi con il proposito di occupare le stazioni della metropolitana e paralizzare la rete nell'ora di punta in cui milioni di pendolari newyorkesi tornavano a casa.
Alla fine, comunque, non si sono registrati particolari disagi. Il clou della giornata è iniziato a metà pomeriggio, quando una folla oceanica si è radunata di fronte al City Hall.
Di lì è partito il corteo verso il ponte di Brooklyn. Una trentina di attivisti hanno prima tentato di bloccarne l'accesso, ma sono stati immediatamente arrestati, senza opporre alcuna resistenza.
Poi il fiume di manifestanti è riuscito ad accedere al ponte occupando e sfilando lungo la corsia pedonale. E' stato il momento di massima tensione, con i poliziotti schierati per impedire che gli attivisti bloccassero la circolazione stradale.

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