Libia, libero il rimorchiatore Asso 22

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Il rimorchiatore italiano Asso 22
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La nave è rimasta sotto sequestro per oltre un mese nel porto di Tripoli. L'equipaggio è stato visitato dai medici a bordo di una nave militare italiana. "Siamo molto felici", dice l'armatore. VIDEO

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E' ufficiale. La Asso Ventidue, il rimorchiatore italiano sequestrato dalle autorità libiche lo scorso 17 marzo è libero. Gli undici marinai (tra cui otto italiani) a bordo, dopo aver lasciato il porto nordafricano, hanno raggiunto dopo due ore di navigazione un mezzo della marina militare italiana. Qui sono stati sottoposti alle visite mediche di rito da cui è risultato che stanno tutti bene. "La nave - spiega l'armatore - che si trovava nel porto di Tripoli ha disormeggiato alle ore 22.45 (di venerdì 22, ndr) e ha lasciato il porto alle 23.09. Alle 23.15, il comandante del 'Asso Ventidue' ha preso contatto con una nave italiana della coalizione".

"Siamo molto felici - ha proseguito l'armatore, Mario Mattioli - che l'equipaggio è stato rilasciato. L'ultimo mese è stato un periodo di grande incertezza per noi e ancora di più per l'equipaggio e per i loro famigliari. Mi congratulo per il fatto che sono riusciti a mantenere il loro equilibrio durante tutto questo periodo". "Ringrazio - ha aggiunto - anche tutti i miei collaboratori in Augusta Offshore che si sono impegnati in modo eccezionale in questo periodo". "Senz'altro - ha concluso Mattioli - il loro comportamento e professionalità hanno permesso di portare questa vicenda ad una conclusione felice. Ringraziamo anche il lavoro costante svolto dal Ministero degli Affari Esteri e la sua Unità di Crisi che ha contribuito in modo decisivo a questo risultato".

Asso 22 sarebbe stato rilasciato senza contropartita. "Non abbiamo avuto richieste di soldi e non abbiamo pagato alcun riscatto. Per il rilascio è stata utilizzata ai massimi livelli la via diplomatica", ha spiegato Mattioli. La Farnesina, dal canto suo, ha fatto notare "l'utilità" del
"riserbo stampa per non compromettere l'efficacia delle iniziative istituzionali che hanno condotto alla positiva conclusione del caso". La linea rivendicata dal Ministero degli Esteri è la stessa adottata per ottenere il rilascio della motonave "Rosalia D'Amato", sequestrata ieri da un gruppo di pirati a largo delle coste dell'Oman, a bordo della quale, fra i 22 membri dell'equipaggio, vi sono sei italiani.
La vicenda di Asso 22 potrà dirsi definitivamente chiusa quando sarà fatta luce sul motivo per cui i libici hanno voluto tenerla sotto sequestro per più di un mese. Mattioli, un'idea se l'è fatta: "La cosa un po' anomala", ha spiegato, "è che pur restringendo la loro libertà, ci hanno consentito di avere continui contatti e di trasferire a bordo questa tranquillità e cooperazione. Credo che la presenza nel porto di Tripoli di una nave italiana con bandiera italiana abbia funzionato come una sorta di deterrente e di assicurazione, in un momento delicato dal punto di vista militare".

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