Obama: "La Libia non è l’Iraq, non faremo gli stessi errori"

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Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama
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Il presidente Usa: “Abbiamo evitato violenze di dimensioni orribili”. Prima del suo discorso alla nazione videoconferenza con Sarkozy, Merkel e Cameron. Esclusa l’Italia, Frattini: “Non decidono nulla”. Oggi a Londra vertice sul dopo-Gheddafi. SPECIALE

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Gli Usa sono intervenuti in Libia per evitare "violenze di dimensioni orribili" contro la popolazione e se l'obiettivo strategico è ora la cacciata Muammar Gheddafi, non sarà ripetuto l'errore di rovesciare militarmente il governo come avvenuto in Iraq.  Lo ha precisato il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, nel suo discorso alla nazione prima della conferenza di Londra (prevista nella giornata di martedì) che suggella il passaggio alla Nato del comando delle operazioni militari in Libia.

"Non faremo come in Iraq"
- "Bisogna ammettere che abbiamo intrapreso quella strada in Iraq e per rovesciare il regime ci sono voluti otto anni, migliaia di  americani e iracheni morti e quasi 1.000 miliardi di dollari. Non possiamo permetterci di ripetere lo stesso errore in Libia", ha osservato l'inquilino della Casa Bianca sottolineando la necessità di un intervento tempestivo per difendere i civili. "Gheddafi aveva annunciato ritorsioni senza pietà contro il suo stesso popolo. Ha paragonato gli insorti a ratti e ha minacciato di infliggere punizioni porta a porta. In passato lo abbiamo visto impiccare civili in strada ed uccidere anche mille persone in un solo giorno - ha dichiarato Obama - per questo abbiamo deciso di intervenire, con un'ampia coalizione,  per proteggere civili, prevenire un massacro e dichiarare una no-fly zone".

"Gli Usa hanno fatto il loro dovere" - Rispondendo alle accuse di non aver adeguatamente informato il Congresso, Obama ha evidenziato che se fosse passato "un altro solo giorno, la città di Bengasi avrebbe subito un massacro che si sarebbe propagato in tutta la regione, macchiando le coscienze del mondo. Non era nel nostro interesse lasciare che ciò accadesse - ha rimarcato - e come presidente mi sono rifiutato di farlo accadere". E se "restituire la Libia al popolo" potrebbe rivelarsi non facile, così come la fase di transizione dopo 40 di tirannia, le azioni militari – ha concluso Obama - hanno dimostrato a Gheddafi che la storia non è dalla sua parte”.
Annunciando la riduzione del contributo Usa alle operazioni in Libia ora che il comando passerà alla Nato (“il passaggio ci sarà mercoledì”) Obama ha detto che "voglio essere chiaro: gli Stati Uniti d'America hanno fatto quello che abbiamo detto avremmo fatto".

Gheddafi: "Siete come Hitler, fermatevi" - Mettere fine "all'offensiva barbara" in Libia paragonabile "a quella di Hitler in Europa": è il messaggio di Muammar Gheddafi al gruppo di contatto che si riunisce a Londra. "Bloccate la vostra barbara e ingiusta offensiva contro la Libia", afferma il leader libico nel messaggio, pubblicato dall'agenzia ufficiale Jana. "Lasciate la Libia ai libici, state conducendo un'operazione di sterminio di un popolo in sicurezza e distruggendo un paese in sviluppo", ha aggiunto il colonnello.

Proseguono i combattimenti tra insorti e fedeli al raìs - I ribelli libici sono stati respinti verso Ben Jawad, a 150 km da Sirte: lo riferiscono gli stessi insorti, arrivati alle porte della città natale di Muammar Gheddafi e poi costretti a indietreggiare dall'intenso fuoco degli avversari.
"Siamo stati colpiti dalle forze di Gheddafi, quindi siamo arretrati", ha detto un ufficiale ribelle, Hamad al-Awani, alla testa di un gruppo di ribelli che presidia ora Ben Jawad. Le forze fedeli al leader libico hanno utilizzato "razzi, granate, armi pesanti" per costringere gli insorti, che erano arrivati a qualche decina di chilometri da Sirte, alla ritirata da un'area - quella sulla strada verso la roccaforte di Gheddafi - in cui in molti villaggi parte della popolazione è fedele al governo.

Polemiche in Italia per l'assenza di Frattini al vertice
- Poco prima del discorso alla nazione di Obama, il presidente Usa aveva tenuto una videoconferenza con i colleghi di Francia, Gran Bretagna e Germania. Non c'era nessuno per l'Italia, nonostante il ministro degli Esteri Frattini nei giorni scorsi avesse parlato di un asse proprio con Angela Merkel. Frattini ha comunque minimizzato ("Non stanno decidendo niente") e ha dichiarato che l'Italia "non ha nessuna sindrome dell'esclusione".

Non si ferma l'ondata dei migranti a Lampedusa
- Intanto la crisi in Nord Africa non placa la situazione degli sbarchi. A Lampedusa è ormai emergenza continua, con i residenti che nella giornata di martedì sono arrivati a bloccare il porto pur di fermare l'arrivo di nuovi barconi.

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