Libia, tensione tra Francia e Italia sul dopo Gheddafi

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Sarkozy e Cameron annunciano una soluzione politica. Irritazione dalla Farnesina: "Anche noi abbiamo le nostre idee". Alla Nato il comando di tutte le operazioni. I ribelli: "Oltre 8mila vittime". Combattimenti tra lealisti e insorti a Misurata e Ajdabiya

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La Nato assumerà il comando di tutte le operazioni militari in Libia. L'annuncio è arrivato in una giornata di grande fermento diplomatico, che ha visto da un lato Italia e Francia  dividersi sulla gestione del dopo-Gheddafi e, dall'altro, il tentativo di mediazione tra l'Unione Africana e rappresentanti del regime di Muammar Gheddafi.

Il comando alla Nato - L'Alleanza Atlantica ha comunicato che "entro qualche giorno", secondo il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini "fra domenica e lunedì", assumerà il controllo completo non solo per quanto riguarda la 'no-fly zone', ma anche per tutte le azioni militari contro gli obiettivi di terra, necessarie per garantire il rispetto della risoluzione numero 1973 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu.
"Assicureremo il coordinamento per evitare conflitti con la coalizione" che ha operato finora, ha spiegato la portavoce Nato Oana Lungescu, mentre i vertici militari hanno precisato che per imporre il rispetto del divieto di sorvolo occorrerà impiegare "decine di aerei, non centinaia".
Una soluzione sostenuta con forza dall'Italia, che ha "assolutamente" soddisfatto il premier Silvio Berlusconi. La missione, ha aggiunto Lungescu, in linea di massima è stata pianificata per avere una durata di "tre mesi", che tuttavia potrà essere ulteriormente prolungata o, se del caso, anche abbreviata a seconda delle necessita'.

Francia e Inghilterra annunciano una soluzione in comune - Da Bruxelles, dove in giornata si è riunito il Consiglio Europeo, il presidente francese Nicolas Sarkozy ha riferito che Parigi e Londra stanno approntando "una soluzione politica e diplomatica" per la Libia. Una notizia accolta con sorpresa alla Farnesina dove si fa notare che anche "l'Italia ha le sue idee e le sue proposte per accompagnare il processo, gestito dai libici, per la nascita di nuova Libia unita e democratica e ne parleremo con i nostri partner nelle sedi opportuno, gia da martedì a Londra".

Il tentativo di mediazione dell'Unione Africana - Nel frattempo ad Addis Abeba una delegazione del regime guidata dal segretario del Congresso Generale del Popolo, Mohammed al-Zwai, ha partecipato a una seduta straordinaria dell'Unione Africana che ha coinvolto i ministri degli Esteri di Repubblica del Congo, Sudafrica, Mali, Mauritania e Uganda e rappresentanti di Onu, Lega Araba, Cina, Francia, Russia e Stati Uniti.
Lo scopo dell'Ua è favorire il dialogo tra regime e ribelli. All'incontro però mancavano esponenti del Consiglio Nazionale Provvisorio istituito a Bengasi dagli insorti, che ha ribadito la contrarietà a ogni tipo di trattativa sia con l'attuale regime sia con le stesse tribù.

Gheddafi promuove tutti i membri delle forze armate - Da Tripoli arrivano segnali discordanti. Il regime si è detto infatti "pronto ad attuare la road map" proposta dall'Unione africana per mettere fine alle ostilità in Libia secondo quanto ha affermato il rappresentante del regime di Muammar Gheddafi ad una riunione dell'organizzazione africana ad Addis Abeba.
D'altra parte il colonnello Muammar Gheddafi ha promosso tutti i componenti delle sue forze armate, di quelle di sicurezza e della polizia. Lo ha annunciato la tv di Stato.  Una misura che appare presa per incentivare l'azione delle forze armate contro gli insorti che, dopo  l'intervento della coalizione, si sono trovati in una posizione di  vantaggio rispetto alle truppe del colonnello.

"Il fratello leader della rivoluzione ha deciso di promuovere tutti i componenti del popolo armato che sono al momento inquadrati nelle varie unità militari per la loro eroica e coraggiosa lotta contro l'aggressione crociata e colonialista", si afferma nell'annuncio. "La promozione - viene precisato - include tutti i componenti della sicurezza generale e della polizia".

Ribelli: "Oltre 8mila morti dall'inizio della guerra" - I rivoltosi intanto hanno inoltre fornito un bilancio provvisorio delle ostilità: dal 17 febbraio, data in cui è iniziata la rivoluzione, sarebbero morte tra le ottomila e e le diecimila persone. Il segretario generale dell'Onu a sua volta ha messo in guardia sul rischio di un esodo di 250.000 profughi. Da Agedabia sempre i ribelli hanno fatto sapere che sono ripresi i bombardamenti, al punto che caccia della coalizione a loro volta hanno attaccato i governativi. Missione d'esordio inoltre per aerei del Qatar, divenuto il primo Stato arabo a partecipare concretamente all'operazione 'Odissey Dawn'. Intanto, gli Emirati Arabi Uniti invieranno 12 aerei che prenderanno parte alle operazioni per fare rispettare la no-fly zone imposta in Libia.

Raid su Tripoli
- E sul fronte bellico continua l'offensiva. Aerei da guerra occidentali hanno colpito le forze terrestri libiche in una strategica cittadina orientale. A Tripoli, invece, gli abitanti hanno riferito di un altro raid aereo poco prima dell'alba di venerdì 25 marzo, annunciato dal rombo dei velivoli e seguito da un'esplosione distante e dal rumore della difesa antiaerea.
Il portavoce del regime, Moussa Ibrahim, ha denunciato la morte di "circa cento civili" sotto le bombe della coalizione internazionale. Su questa ipotesi il ministro degli Esteri britannico William Hague ha dichiarato che "non ci sono indicazioni confermate" che i raid della coalizione in Libia abbiano provocato vittime civili.

Combattimenti a Ajdabiya e Misurata - Secondo quanto riferiscono testimoni alla tv satellitare al-Arabiya, inoltre, sono in corso violenti combattimenti presso l'entrata orientale della città di Ajdabiya, in Cirenaica tra lealisti e ribelli. Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno iniziato un pesante cannoneggiamento delle postazioni dei rivoltosi e ribelli sarebbero nella città. Molti combattenti appartenenti alle forze di Gheddafi sono stati presi in ostaggio dopo una dura battaglia con i ribelli, ha aggiunto la tv. Le forze pro-Gheddafi si trovano adesso posizionati ad ovest di Ajdabiya.

Le forze fedeli a Muammar Gheddafi sono tornate a bombardare anche Misurata, ultima vera roccaforte dei rivoltosi in Tripolitania: lo hanno denunciato fonti insurrezionali contattate telefonicamente, secondo cui è stata in particolare presa di mira da mortai e carri armati una zona residenziale chiamata al-Jazira, alla periferia nord-occidentale della città. I morti accertati sarebbero almeno sei, comprese tre sorelline di 2, 5 e 12 anni.

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