Un portavoce della difesa libica annuncia in tv l'accettazione della risoluzione, ma l'Onu è scettica: "Valuteremo". Intanto, proseguono i radi su Tripoli. LO SPECIALE
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Domenica 20 marzo, secondo giorno di bombardamenti della "coalizione dei volenterosi", il portavoce delle forze armate libiche è apparso alla televisione di Stato per annunciare un cessate il fuoco. Mentre la contraerea libica negli stessi minuti, rispondeva ai pesanti raid degli aerei occidentali, comparivano in tv gli esponenti del Governo libico.
"In risposta ad una appello lanciato dall'Unione africana e in risposta alle risoluzioni Onu 1970 e 1973 - ha detto il portavoce dell'esercito leggendo un comunicato durante una conferenza trasmessa da Al Jazeera - le forze armate libiche hanno ordinato un immediato cessate il fuoco a tutte le unità militari e in tutto il paese a partire dalle 21 di questa sera" (domenica, ndr). Si tratta del secondo cessate il fuoco proclamato dalle autorità libiche dall'adozione della risoluzione Onu 1973, che ha autorizzato una no-fly zone sul territorio libico. La prima proclamazione, tuttavia, è stata violata dalle stesse autorità di Tripoli poche ore dopo la proclamazione.
La contraerea libica ha infatti continuato ad aprire il fuoco contro i velivoli alleati. Per la Gran Bretagna questo significa la violazione del cessate il fuoco e la Raf ha deciso di proseguire con gli attacchi.
La risposta delle Nazioni Unite - Riferendosi alle precedenti violazioni del cessate il fuoco, il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon, ha detto che Tripoli "ha continuato ad attaccare la popolazione civile". La nuova offerta, ha aggiunto, "va verificata". Se davvero Gheddafi ferma le operazioni militari, ha concluso, "si può cominciare a negoziare". L'Onu sembra voler dar credito alla sortita del Colonnello. Il segretario generale del Palazzo di Vetro, Ban Ki-moon, ha auspicato che il governo libico "mantenga la parola".
Nell'annunciare la nuova cessazione delle operazioni militari le Forze armate libiche hanno fatto riferimento alla dichiarazione venuta fuori dal vertice tenuto sabato scorso in Mauritania dall'Unione Africana (Ua), che aveva chiesto "la fine immediata" degli attacchi e sollecitato la comunita' internazionale ad agire con "moderazione". L'Ua ha annunciato una nuova riunione, che si terrà il prossimo 25 marzo ad Addis Abeba. Vi parteciperanno anche i rappresentanti della Lega Araba, dell'Organizzazione della conferenza islamica, dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite. L'obiettivo è trovare "un meccanismo di consultazione e di concertazione" per risolvere la crisi libica.
I dubbi degli USA - Il Pentagono è scettico sull'attendibilità della nuova proclamazione di "cessate il fuoco" fatta da Tripoli. Riferedosi alle violazioni della prima sospensione delle attività militari, venerdì scorso, il vice ammiraglio statunitense Wiliam Gortney ha detto di nutrire "dubbi" sul fatto che Muammar Gheddafi mantenga la parola.
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