Gli aerei del rais bombardano e conquistano la città di Ajdabiyah. Il leader torna a parlare alla tv: "Non riusciranno a dividere il Paese". E accusa l'Occidente di mirare al petrolio e di voler tornare a "quando la Libia era chiamata la spiaggia di Roma"
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Le forze di Muammar Gheddafi hanno recuperato il controllo di una città strategica della Libia orientale, aprendosi così la strada verso Bengasi, roccaforte dei ribelli. Secondo quanto ha riferito all'agenzia di stampa Ansa una fonte del governo libico "un gruppo armato ha attaccato il quartier generale del consiglio transitorio libico di Bengasi (Cnt), uccidendo alcuni sui membri e mettendo in fuga altri". Ma una fonte del Media Centre della Rivoluzione del 17 febbraio smentisce: "Non c'è stato nessun attacco alla sede del Consiglio nazionale libico ne' ci sono state vittime, a Bengasi tutto è sotto controllo".
E mentre i paesi occidentali non hanno raggiunto un accordo sull'imposizione della no-fly zone, il leader libico torna a parlare in tv.
Le forze del rais avanzano - La piccola cittadina di Ajdabiyah era l'ultimo baluardo che separava le forze di Gheddafi da Bengasi, trovandosi proprio sulla strada da dove le forze del rais potrebbero tentare di circondare la base dei ribelli. "La città di Ajdabiyah è stata liberata dai mercenari e dai terroristi collegati con al Qaeda", ha riferito la tv di stato, utilizzando il termine con il quale vengono etichettati i ribelli. Gli aerei del governo hanno bombardato un checkpoint della coalizione ribelle sul versante ovest della città, poi hanno sparato colpi d'artiglieria su tutta la città e su un deposito di armi vicino, con la stessa strategia offensiva che ha costretto i ribelli a ritirarsi per più di 160 chilometri in una settimana. Almeno un missile ha colpito l'area residenziale, con gli abiti che sono fuggiti su auto e pick up per raggiungere Bengasi e Tobruk, ancora sotto il controllo della coalizione. "La battaglia è persa. Gheddafi ci sta lanciando addosso di tutto", ha commentato un ufficiale, che ha detto di chiamarsi Suleiman. Da Ajdabiyah, oltre alla strada per Bengasi, ci sono anche 400 chilometri di strada deserta per raggiungere Tobruk, vicino al confine egiziano, anche se non è chiaro se le forze di Gheddafi siano sufficientemente forti da potersi dividere.
Soliman Bouchuiguir, presidente della Lega libica per i diritti umani, ha detto a Ginevra che se le forze di Gheddafi dovessero attaccare Bengasi, città di 670.000 persone, si assisterebbe ad "un massacro come quello avvenuto in Ruanda". Anche il piccolo centro petrolifero di Brega, che ha una popolazione di sole 4.300 e che è stato al centro delle battaglie tra ribelli e forze del rais per giorni, è oggi stato nuovamente conquistato dalle truppe governative. "Abbiamo perso Brega completamente. Non potremmo affrontare le forze di Gheddafi", ha detto uno dei ribelli, che ha detto di chiamarsi Nasser.
Gheddafi in tv: "Vinceremo" - Il leader libico Muammar Gheddafi, in un discorso al "popolo libico" sulla Tv di stato ritrasmesso da Al Jazeera, ha attaccato i media stranieri accusandoli di avere propagato una"falsa immagine" del suo paese. Poi, ha nuovamente contestato all'occidente di mirare al petrolio libico e di voler tornare "ai tempi in cui l'Italia chiamava la Libia la spiaggia di Roma". Il rais è tornato inoltre a definire gli insorti "cani infiltrati nella società". E ha concluso: "Non riusciranno a dividere il Paese, vinceremo":
Il G8 non trova intesa sulla no fly zone - Pur alzando i toni su Muammar Gheddafi, che andrà incontro a "conseguenze terribili" se violerà i diritti civili delle popolazioni libiche, il G8 non è riuscito a trovare un'intesa sull'introduzione di un divieto di sorvolo aereo. Misura cara alla Francia, che ha fatto pressione per un intervento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, la no-fly- zone non trova posto nel comunicato che chiude il vertice a Parigi tra i ministri degli Esteri degli otto grandi per via dell'opposizione di Germania e Russia. "Se avessimo usato la forza militare la settimana scorsa forse il capovolgimento a sfavore dell'opposizione non ci sarebbe stato", aveva detto prima che iniziasse la riunione il ministro degli Esteri Alain Juppe.
Spalleggiato dalla Gran Bretagna, il presidente francese Nicolas Sarkozy voleva mostrare la sua leadership in Libia per cercare di recuperare l'immagine della Francia in politica estera, offuscata da una serie di errori in occasione della rivolta in Tunisia l'anno scorso. Il comunicato si limita a sollecitare una nuova riunione del Consiglio di sicurezza dell'Onu per deliberare altre sanzioni economiche e indurre così Gheddafi a rinunciare al potere.
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E mentre i paesi occidentali non hanno raggiunto un accordo sull'imposizione della no-fly zone, il leader libico torna a parlare in tv.
Le forze del rais avanzano - La piccola cittadina di Ajdabiyah era l'ultimo baluardo che separava le forze di Gheddafi da Bengasi, trovandosi proprio sulla strada da dove le forze del rais potrebbero tentare di circondare la base dei ribelli. "La città di Ajdabiyah è stata liberata dai mercenari e dai terroristi collegati con al Qaeda", ha riferito la tv di stato, utilizzando il termine con il quale vengono etichettati i ribelli. Gli aerei del governo hanno bombardato un checkpoint della coalizione ribelle sul versante ovest della città, poi hanno sparato colpi d'artiglieria su tutta la città e su un deposito di armi vicino, con la stessa strategia offensiva che ha costretto i ribelli a ritirarsi per più di 160 chilometri in una settimana. Almeno un missile ha colpito l'area residenziale, con gli abiti che sono fuggiti su auto e pick up per raggiungere Bengasi e Tobruk, ancora sotto il controllo della coalizione. "La battaglia è persa. Gheddafi ci sta lanciando addosso di tutto", ha commentato un ufficiale, che ha detto di chiamarsi Suleiman. Da Ajdabiyah, oltre alla strada per Bengasi, ci sono anche 400 chilometri di strada deserta per raggiungere Tobruk, vicino al confine egiziano, anche se non è chiaro se le forze di Gheddafi siano sufficientemente forti da potersi dividere.
Soliman Bouchuiguir, presidente della Lega libica per i diritti umani, ha detto a Ginevra che se le forze di Gheddafi dovessero attaccare Bengasi, città di 670.000 persone, si assisterebbe ad "un massacro come quello avvenuto in Ruanda". Anche il piccolo centro petrolifero di Brega, che ha una popolazione di sole 4.300 e che è stato al centro delle battaglie tra ribelli e forze del rais per giorni, è oggi stato nuovamente conquistato dalle truppe governative. "Abbiamo perso Brega completamente. Non potremmo affrontare le forze di Gheddafi", ha detto uno dei ribelli, che ha detto di chiamarsi Nasser.
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Il G8 non trova intesa sulla no fly zone - Pur alzando i toni su Muammar Gheddafi, che andrà incontro a "conseguenze terribili" se violerà i diritti civili delle popolazioni libiche, il G8 non è riuscito a trovare un'intesa sull'introduzione di un divieto di sorvolo aereo. Misura cara alla Francia, che ha fatto pressione per un intervento del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite, la no-fly- zone non trova posto nel comunicato che chiude il vertice a Parigi tra i ministri degli Esteri degli otto grandi per via dell'opposizione di Germania e Russia. "Se avessimo usato la forza militare la settimana scorsa forse il capovolgimento a sfavore dell'opposizione non ci sarebbe stato", aveva detto prima che iniziasse la riunione il ministro degli Esteri Alain Juppe.
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