Anche il social network stila la sua classifica degli argomenti più discussi dell’anno. Vince un acronimo adolescenziale, "HMU" (hit me up), ma si piazzano bene anche i Mondiali in Sudafrica e film come Toy Story 3
di Federico Guerrini
Sapete cosa vuol dire HMU? Probabilmente no, e siete senz’altro in numerosa compagnia; sta di fatto però che quest’acronimo dell’espressione “hit me up” (chiamami, fatti sentire) è il termine la cui presenza negli aggiornamenti di stato di Facebook è maggiormente cresciuta nel 2010 rispetto all’anno precedente.
La fine dell’anno è vicina, e dopo Google, Twitter e Yahoo, nemmeno “faccialibro” si poteva esimere dallo stilare la sua personalissima classifica, chiamata Facebook Memology. In cima alla quale, come detto, c’è il termine “HMU”, il cui utilizzo è cresciuto del 75% ogni mese, finché, alla fine dell’estate non è arrivato a picchi di 80 mila menzioni al giorno, dopo di che, con l’inizio della scuola – è una parola usata soprattutto dagli adolescenti – ha cominciato a ricorrere soprattutto nel fine settimana, per darsi appuntamento per lo svago. E se volete avere un'idea dei vostri status su Facebook del 2010, potete sempre usare l'applicazione My year in status.
Al secondo posto della classifica generale dei termini più usati c’è invece la Coppa del mondo di calcio (“World Cup”) che ha dato il via a conversazioni fra gli utenti di tutti i Paesi in cui Facebook è presente; che sono tanti: il dominio di Facebook, come ha mostrato una recente mappa del blogger Vincenzo Cosenza, si estende ormai in tutto il mondo. Al terzo posto fra gli argomenti più trattati ci sono i film, con cinque titoli in grande evidenza: Toy Story 3, The Twilight Saga: Eclipse, Inception, Alice nel Paese delle meraviglie e Iron Man 2.
Il quarto posto è occupato da due prodotti tecnologici, entrambi Apple, l’iPad e l’iPhone, mentre al quinto c’è una parola un tempo simbolo di spiagge e Caraibi e che ora richiama alla mente una delle peggiori catastrofi degli ultimi decenni: “Haiti”. Durante il terremoto, per avere notizie e organizzare i soccorsi e in seguito, per l’invio di donazioni e aiuti, attorno a questa parola si sono incentrate migliaia di conversazioni, con picchi di 1.800 post al minuto.
Dalle tragedie alle cose frivole: quinto posto per il giovane cantante canadese Justin Bieber e sesto per i giochi su Facebook. Farmville, in particolare, con la sua parodia digitale di un ritorno alla “sana” vita contadina, la fa da padrone. Scendendo di una posizione, si torna ad occuparsi di cose drammatiche, per fortuna questa volta con un lieto fine. Quanti post, quante speranze e quante riflessioni ha suscitato la storia dei minatori cileni intrappolati per mesi nel sottosuolo. Mentre finalmente li tiravano fuori, il mondo stava a guardare – e ne parlava su Facebook.
Al nono posto figura la parola “Airplanes”, legata a una canzone di grande successo quest’anno, che contiene una frase che recita più o meno “perché non facciamo finta che gli aerei nel cielo notturno siano come delle stelle cadenti”. All’ultimo posto, infine, c’è il termine “2011” e in generale le conversazioni riguardanti l’anno venturo. Voglia di lasciarsi alle spalle un’annata così così o forse soltanto un segnale di speranza, chissà.
Sapete cosa vuol dire HMU? Probabilmente no, e siete senz’altro in numerosa compagnia; sta di fatto però che quest’acronimo dell’espressione “hit me up” (chiamami, fatti sentire) è il termine la cui presenza negli aggiornamenti di stato di Facebook è maggiormente cresciuta nel 2010 rispetto all’anno precedente.
La fine dell’anno è vicina, e dopo Google, Twitter e Yahoo, nemmeno “faccialibro” si poteva esimere dallo stilare la sua personalissima classifica, chiamata Facebook Memology. In cima alla quale, come detto, c’è il termine “HMU”, il cui utilizzo è cresciuto del 75% ogni mese, finché, alla fine dell’estate non è arrivato a picchi di 80 mila menzioni al giorno, dopo di che, con l’inizio della scuola – è una parola usata soprattutto dagli adolescenti – ha cominciato a ricorrere soprattutto nel fine settimana, per darsi appuntamento per lo svago. E se volete avere un'idea dei vostri status su Facebook del 2010, potete sempre usare l'applicazione My year in status.
Al secondo posto della classifica generale dei termini più usati c’è invece la Coppa del mondo di calcio (“World Cup”) che ha dato il via a conversazioni fra gli utenti di tutti i Paesi in cui Facebook è presente; che sono tanti: il dominio di Facebook, come ha mostrato una recente mappa del blogger Vincenzo Cosenza, si estende ormai in tutto il mondo. Al terzo posto fra gli argomenti più trattati ci sono i film, con cinque titoli in grande evidenza: Toy Story 3, The Twilight Saga: Eclipse, Inception, Alice nel Paese delle meraviglie e Iron Man 2.
Il quarto posto è occupato da due prodotti tecnologici, entrambi Apple, l’iPad e l’iPhone, mentre al quinto c’è una parola un tempo simbolo di spiagge e Caraibi e che ora richiama alla mente una delle peggiori catastrofi degli ultimi decenni: “Haiti”. Durante il terremoto, per avere notizie e organizzare i soccorsi e in seguito, per l’invio di donazioni e aiuti, attorno a questa parola si sono incentrate migliaia di conversazioni, con picchi di 1.800 post al minuto.
Dalle tragedie alle cose frivole: quinto posto per il giovane cantante canadese Justin Bieber e sesto per i giochi su Facebook. Farmville, in particolare, con la sua parodia digitale di un ritorno alla “sana” vita contadina, la fa da padrone. Scendendo di una posizione, si torna ad occuparsi di cose drammatiche, per fortuna questa volta con un lieto fine. Quanti post, quante speranze e quante riflessioni ha suscitato la storia dei minatori cileni intrappolati per mesi nel sottosuolo. Mentre finalmente li tiravano fuori, il mondo stava a guardare – e ne parlava su Facebook.
Al nono posto figura la parola “Airplanes”, legata a una canzone di grande successo quest’anno, che contiene una frase che recita più o meno “perché non facciamo finta che gli aerei nel cielo notturno siano come delle stelle cadenti”. All’ultimo posto, infine, c’è il termine “2011” e in generale le conversazioni riguardanti l’anno venturo. Voglia di lasciarsi alle spalle un’annata così così o forse soltanto un segnale di speranza, chissà.