Map World: il mondo visto dalla Cina

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La schermata iniziale di Map World
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Con un nuovo progetto anche Pechino entra nel mercato delle mappe online, un settore che ad oggi Google domina incontrastato. Ma la prova sul campo dice che il confronto tra i due servizi è per ora improponibile. LE FOTO

Google Maps e Map World a confronto: le foto

di Matteo Miavaldi


Dal 21 ottobre scorso il mondo ha un servizio di mappe online in più. Si chiama Map World e la sua particolarità più rilevante è che si tratta di un prodotto cinese. Il che, come spesso accade quando a muoversi è Pechino, scatena curiosità, timori e fantasie. Se poi la mossa arriva in un terreno commercialmente caldo e dominato dalle aziende occidentali come quello dell'informazione cartografica sul web, l'interesse aumenta ulteriormente. La Cina è destinata a dominare anche in questo ambito? Può il servizio rivaleggiare con quelli di Google? Per rispondere a queste domande abbiamo testato il servizio a confronto con quello del motore di Mountain View.

Dal punto di vista dell'interfaccia Map World – che è raggiungibile su Tianditu o ChinaonMap - è sviluppato sulla falsa riga del rivale americano, senza la necessità di installare un client esterno: funziona completamente online, nelle classiche modalità standard, ibrida e satellitare. La risoluzione delle immagini non differisce molto dal servizio di Google, e le zone criptate (come Zhongnanhai, il quartier generale del governo cinese a pochi passi dalla Città Proibita), sono oscurate in modo identico. Consultando fianco a fianco Map World e Google Maps, è comunque palese il distacco tecnico e qualitativo che intercorre tra i due servizi.

Come si può notare nella gallery fotografica, lo zoom sulla Città Proibita di Google mostra il perimetro allungato delle mura che circondano l’antica residenza imperiale di Pechino, mentre la stessa immagine su Map World assume forme piuttosto schiacciate e poco verosimili. Inoltre, se per le località cinesi Map World offre immagini dettagliate fino a distinguere le automobili parcheggiate per strada, al di fuori della Repubblica Popolare Cinese lo zoom si ferma ad un’altezza pressappoco regionale: al massimo dell'ingrandimento, la schermata riesce a mettere a fuoco la regione Lazio e poco più, un risultato imbarazzante rispetto alla modalità Street View di Google .

Senza contare che, con un aggiornamento dei dati grafici effettuato solo due volte l’anno, Map World non si candida a concorrente immediato del servizio di americano, che è in grado  di aggiornare le immagini satellitari del servizio ogni manciata di minuti. “Con 80 macchine virtuali a disposizione – ha spiegato al quotidiano Global Times, Jiang Jie, direttore del database del National Geomatic Center – Map World può sostenere 10 milioni di richieste al giorno; Google Earth invece può contare su migliaia di server sparsi in tutto il mondo”.

Ma la differenza più profonda tra Map World e Google Maps è rappresentata dall’integrazione con altri servizi: mentre Google sfrutta completamente tutte le potenzialità del web 2.0, inserendo nella mappa immagini, riferimenti culturali, descrizioni dettagliate delle località selezionate e possibilità di interagire coi social network, Map World è semplicemente un servizio di mapping online, dall’impronta fortemente nazionale, sviluppato unicamente in mandarino e destinato esplicitamente ad un’utenza interna. Si tratta, insomma, di un piccolo e timido tassello annunciato in maniera roboante, come solito, dai media nazionali, ma che affiancato a Google Maps somiglia più ad un Davide di fronte a Golia. Senza fionda. Almeno oggi. Domani, chissà.

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