"Posso essere un buon presidente": così il divo dell'hip-hop ha rotto gli indugi, annunciando la sua corsa per la prima carica dell'isola colpita dal terremoto nel gennaio scorso
Inno nazionale all'insegna della trasparenza: "Hips don't lie". Candidata alla vicepresidenza: Shakira.
E' ancora fantapolitica, ma fino a un certo punto: Wyclef Jean, il divo dell'hip-hop nato a Haiti ma cresciuto nel New Jersey, ha infatti annunciato che sta per candidarsi alla guida del suo paese d'origine. L'ex cantante dei Fugee, che ha vinto Grammy e vende milioni di dischi ha confermato che ha proprio intenzione di tuffarsi nella battaglia per le presidenziali di novembre. La scadenza per le candidature è il 7 agosto.
E' dal 2005 che il rapper di colore aiuta il suo paese di origine con i fondi raccolti dalla sua organizzazione umanitaria, Yele Haiti Foundation. Ma il suo sforzo a favore dei bambini haitiani è cresciuto dal giorno del terremoto che ha raso al suolo Port-au-Prince. Wyclef era corso nell'isola dove è nato, all'ombra di quel Palais Presidentiel in rovina e che oggi vorrebbe occupare da padrone, e aveva passato i primi giorni in prima linea nei soccorsi, a raccogliere cadaveri.
Un messaggio su Twitter che esortava a donare 5 dollari coi cellulari aveva mandato in tilt i centralini della sua fondazione. Poi però erano scoppiate polemiche: erano nati dubbi sulla capacità della Yele di far arrivare gli aiuti, sull'amministrazione allegra dei suoi libri contabili e i rimborsi d'oro a Jean e al suo entourage. Le elezioni presidenziali haitiane si sarebbero dovute tenere in febbraio, ma vennero cancellate a causa della tragedia che il 12 gennaio mise in ginocchio il paese caraibico.
Poche settimane fa il presidente uscente René Preval, che non può essere rieletto per scadenza dei termini, ha annunciato che si andrà al voto il 28 novembre. Non saranno elezioni facili. Gli oppositori di Prevel, hanno minacciato di bloccare il voto se non accetterà di rimpiazzare il consiglio elettorale di cui non si fidano.
Haiti non ha un'economia funzionante da decenni ed è raro che i suoi presidenti completino la legislatura di cinque anni: di solito vengono rovesciati, assassinati o si auto-dichiarano presidenti a vita.
E' ancora fantapolitica, ma fino a un certo punto: Wyclef Jean, il divo dell'hip-hop nato a Haiti ma cresciuto nel New Jersey, ha infatti annunciato che sta per candidarsi alla guida del suo paese d'origine. L'ex cantante dei Fugee, che ha vinto Grammy e vende milioni di dischi ha confermato che ha proprio intenzione di tuffarsi nella battaglia per le presidenziali di novembre. La scadenza per le candidature è il 7 agosto.
E' dal 2005 che il rapper di colore aiuta il suo paese di origine con i fondi raccolti dalla sua organizzazione umanitaria, Yele Haiti Foundation. Ma il suo sforzo a favore dei bambini haitiani è cresciuto dal giorno del terremoto che ha raso al suolo Port-au-Prince. Wyclef era corso nell'isola dove è nato, all'ombra di quel Palais Presidentiel in rovina e che oggi vorrebbe occupare da padrone, e aveva passato i primi giorni in prima linea nei soccorsi, a raccogliere cadaveri.
Un messaggio su Twitter che esortava a donare 5 dollari coi cellulari aveva mandato in tilt i centralini della sua fondazione. Poi però erano scoppiate polemiche: erano nati dubbi sulla capacità della Yele di far arrivare gli aiuti, sull'amministrazione allegra dei suoi libri contabili e i rimborsi d'oro a Jean e al suo entourage. Le elezioni presidenziali haitiane si sarebbero dovute tenere in febbraio, ma vennero cancellate a causa della tragedia che il 12 gennaio mise in ginocchio il paese caraibico.
Poche settimane fa il presidente uscente René Preval, che non può essere rieletto per scadenza dei termini, ha annunciato che si andrà al voto il 28 novembre. Non saranno elezioni facili. Gli oppositori di Prevel, hanno minacciato di bloccare il voto se non accetterà di rimpiazzare il consiglio elettorale di cui non si fidano.
Haiti non ha un'economia funzionante da decenni ed è raro che i suoi presidenti completino la legislatura di cinque anni: di solito vengono rovesciati, assassinati o si auto-dichiarano presidenti a vita.