Dopo anni di indagini scattano le manette a New York, Boston, Montclair e Arlington. L’Fbi: “Riciclavano denaro sporco, sono cospiratori pagati da Mosca”. Il Cremlino: "Arresti infondati"
E' un'operazione che ricorda i tempi della Guerra fredda quella compiuta dall'Fbi negli Stati Uniti. Manette a dieci presunte spie di Mosca, agenti che - secondo l'accusa - sarebbero vissuti per vent'anni sotto copertura, fornendo informazioni riservate in Russia. Gli arrestati, il cui compito "era la ricerca e lo sviluppo di contatti in circoli politici americani", avevano assunto l'identità di cittadini statunitensi morti. Ora rischiano fino a 20 anni di prigione. Le persone finite in manette sono la coppia Juan Lazaro e Vicky Pelaez, residenti dagli anni '80 del secolo scorso a New York; Richard e Cynthia Murphy di Montclair nel New Jersey; Donald Howard Heathfield e Tracey Lee Ann Foley di Boston; Anna Chapman di Manhattan; Michael Zottoli, Patricia Mills e Michael Semenko di Arlington in Virginia.
La rete di spie russe, smascherate dall'Fbi e dal controspionaggio negli Stati Uniti, aveva ricevuto una serie di codici per identificare la identità dei loro contatti. Tra le frasi usate dalle "talpe": "Non ci siamo già incontrati in California la scorsa estate?". "No, credo che fossero gli Hamptons". "Potremmo esserci visti a Pechino nel 2004?". "Si potrebbe, ma credo che sia accaduto ad Harbin". "Mi scusi non ci siamo già incontrati a Bangkok nell'aprile dello scorso anno?". "Non so se era aprile, penso che fosse in Thailandia a maggio".
Mosca ha giudicato gratuita e strumentale l'operazione. Gli arresti, ha detto Andrei Nesterenko, portavoce del ministero degli Esteri, "non hanno fondamento e sono volte ad altri vergognosi obiettivi. Non comprendiamo la ragione per cui il Dipartimento della Giustizia americano abbia fatto un annuncio nello spirito della Guerra Fredda". "Tali incidenti", ha aggiunto, "avvenivano in passato, quando le nostre relazioni erano faticose". "In ogni caso", ha concluso il portavoce, "rammarica che tutto ciò accada sullo scenario di quell'azzeramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti annunciato dall'amministrazione americana".
La rete di spie russe, smascherate dall'Fbi e dal controspionaggio negli Stati Uniti, aveva ricevuto una serie di codici per identificare la identità dei loro contatti. Tra le frasi usate dalle "talpe": "Non ci siamo già incontrati in California la scorsa estate?". "No, credo che fossero gli Hamptons". "Potremmo esserci visti a Pechino nel 2004?". "Si potrebbe, ma credo che sia accaduto ad Harbin". "Mi scusi non ci siamo già incontrati a Bangkok nell'aprile dello scorso anno?". "Non so se era aprile, penso che fosse in Thailandia a maggio".
Mosca ha giudicato gratuita e strumentale l'operazione. Gli arresti, ha detto Andrei Nesterenko, portavoce del ministero degli Esteri, "non hanno fondamento e sono volte ad altri vergognosi obiettivi. Non comprendiamo la ragione per cui il Dipartimento della Giustizia americano abbia fatto un annuncio nello spirito della Guerra Fredda". "Tali incidenti", ha aggiunto, "avvenivano in passato, quando le nostre relazioni erano faticose". "In ogni caso", ha concluso il portavoce, "rammarica che tutto ciò accada sullo scenario di quell'azzeramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti annunciato dall'amministrazione americana".