Migliaia di manifestanti in tutta la Russia sono scesi in piazza per protestare contro l’attuale esecutivo e il modo in cui viene affrontata la crisi economica. La disoccupazione ha raggiunto il 9% e il Pil è calato dell' 8%
Migliaia di russi sono scesi in piazza contro il governo del primo ministro Vladimir Putin ieri in una serie di proteste scatenate dal crollo degli standard di vita a causa della crisi economica. Ma il “Giorno di rabbia”, promosso da una serie di movimenti di opposizione tra cui il partito comunista, Soldarnost e i liberali di Labloko, non ha raggiunto il livello di mobilitazione delle piazze nei mesi scorsi, insolitamente gremite in segno di protesta come nel caso delle circa 10.000 persone a Kaliningrad lo scorso gennaio.
Circa 50 sono stati i cortei organizzati in giornata nel Paese a partire da Vladivostock in mattinata, nell'estremo est del paese, dove si sono radunate circa 1.500 persone ed hanno alzato la mano alla proposta di una mozione che chiede le dimissioni di Putin. Dimostrazioni anche a San Pietroburgo con circa 1.000 persone e le più massicce concentrate nel pomeriggio a Mosca dove è intervenuta la polizia che ha effettuato decine di arresti tra persone che intendevano manifestare contro il governo nella centrale Piazza Pushkin. Un portavoce della polizia ha riferito che circa 200 persone avevano cercato di partecipare alla protesta non autorizzata e che una settantina sono state arrestate.
"Il clima è cambiato, ma questo non è ancora diventato un vero e proprio movimento", ha commentato Masha Lipman, analista di think-tank Carnagie Centre di Mosca sulle manifestazioni di piazza, ma per il Cremlino "la posta in gioco è molto alta", ha detto.
Il partito di Putin “Russia Unita” ha registrato un calo di consensi nelle elezioni locali della scorsa settimana rispetto l'inizio della crisi economica. La crisi ha provocato una brusca interruzione della crescita economica lunga 10 anni: la disoccupazione ha superato il 9% e per lo scorso anno il Pil della Russia si è ridotto dell'8%, il peggior dato registrato dal Paese dal1994.
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"Il clima è cambiato, ma questo non è ancora diventato un vero e proprio movimento", ha commentato Masha Lipman, analista di think-tank Carnagie Centre di Mosca sulle manifestazioni di piazza, ma per il Cremlino "la posta in gioco è molto alta", ha detto.
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