Dopo il massacro dei 500 cristiani nella regione di Jos il segretario di Stato americano e quello generale dell'Onu hanno lanciato un appello alla moderazione. E da Radio Vaticana una chiarificazione: "Conflitto sociale non religioso"
Sul massacro degli oltre 500 nigeriani di confessione cristiana, trucidati, il 7 marzo, a colpi di machete da nomadi musulmani, è intervenuto
il segretario di Stato americano Hillary Clinton, chiedendo che cessino immediatamente gli scontri nel paese. Ha , quindi, sollecitato il governo, perché vengano al più presto identificati i responsabili dell'eccidio. Preoccupazione e invito alla moderazione sono stati espressi anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon: "Sono profondamente preoccupato per le nuove violenze interreligiose con drammatiche perdite di vite umane. Esorto tutte le parti in causa a dare prova di massimo equilibrio". Diversa valutazione sulla natura degli scontri, però, è giunta a sorpresa dall'arcivescovo di Abuja, monsignor John Olorunfemi Onaiyekan, che in un'intervista a Radio Vaticana ha dichiarato: "Facilmente la stampa internazionale è portata a dire che sono i cristiani e i musulmani ad uccidersi. Ma non è questo il caso, perché non si uccide a causa della religione, ma per rivendicazioni sociali, economiche, tribali, culturali". Un controllo di terre tra Fulani e Berom, agricoltori di confessione cristiana, è, dunque, all'origine del massacro.
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