"Siamo qui per agire" ha detto il presidente Usa a Copenaghen davanti al plenum del vertice Onu. E al summit si lavora sulla nuova bozza: riduzione delle emissioni del 50% entro il 2050
Barack Obama ha provato a scuotere il summit sul clima di Copenaghen, a un passo dal naufragio. Il presidente Usa ha esortato i grandi del mondo a trovare un'intesa.
"Sono venuto qui non per parlare, ma per agire", ha avvertito, "il mondo ci guarda ed è fondamentale fare passi in avanti, indicare soluzioni" e "accettare un accordo anche se imperfetto".
"L'America è pronta a prendersi le sue responsabilità in quanto leader - ha continuato il presidente Usa - Non sareste qui se non foste convinti che il pericolo è reale. Il cambiamento climatico non è fantascienza, ma è scienza, è reale", ha continuato il presidente Usa Barack Obama davanti al plenum del vertice Onu che si chiude oggi a Copenaghen.
Obama ha poi incontrato il premier cinese, Wen Jabao, e fonti della Casa Bianca hanno riferito di "passi avanti" nel negoziato.
Dal summit è intanto emersa una nuova bozza di 12 punti (erano 13 nelle versioni precedenti), in cui per la prima volta si parla di 'Accordo Copenaghen': i Paesi ricchi dovrebbero tagliare le emissioni di CO2 dell'80% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. La bozza di accordo fissa inoltre un obiettivo globale di riduzione delle emissioni del 50% entro il 2050 e viene indicato in due gradi centigradi il limite entro cui contenere l'aumento della temperatura terrestre rispetto ai livelli pre-industriali, con la possibilita' pero' di portarlo a 1,5% alla prossima Conferenza del 2016.
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