Il direttore generale Jacques Diouf, ha iniziato uno sciopero della fame per dire al mondo che ogni 6 secondi muore un bambino. Al suo gesto hanno aderito il sindaco di Roma Alemanno e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon
Sono attesi a Roma oltre 60 tra capi di Stato e di Governo. Per la maggior parte di paesi arabi e africani. I poveri, emergenti. Mentre i leader del mondo ricco praticamente hanno deciso di disertare. A Roma è già arrivato, con un aereo speciale dal Brasile, il presidente Lula che conta, tra l'altro, di incontrare forse proprio domani Berlusconi, per il caso Battisti. C'è Robert Mugabe, presidente dello Zimbabwe e le mogli dei leader dei paesi non allineati, che oggi discutono su come migliorare l'accesso delle donne alle risorse produttive allo scopo di ridurre la fame. Per la prima volta in veste internazionale c'è Azam al Sadat Farahi. Sostituisce il marito, il presidente iraniano Ahmadinejad. Il faccia a faccia più atteso, quello con Suzanne Sabet, moglie di Hosni Mubarak. Iran ed Egitto non hanno relazioni diplomatiche da più di vent'anni. Sotto queste tende bianche si svolge, intanto, il forum della società civile per la sovranità alimentare dei popoli. Le organizzazioni non governative studiano una piattaforma che sia d'ausilio al Vertice. 600 delegati, il 60% donne. Dai 5 continenti. Il direttore generale della Fao jacques Diouf, ha iniziato uno sciopero della fame per dire al mondo che ogni 6 secondi muore un bambino. Al suo gesto hanno aderito il sindaco di Roma Alemanno e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Servono 44 miliardi di dollari per combattere la denutrizione. Che oggi colpisce più di 1 miliardo di persone. Domani l'inizio dei lavori in una roma già blindata. Poliziotti, unità cinofile. Da domani a mercoledì sarà chiusa al traffico tutta la zona dell'aventino. Metro chiusa e linee bus deviate.