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Milano, incendio alla Torre dei Moro: sequestrati ai costruttori beni per 25 milioni

Lombardia

A far scattare il provvedimento dei magistrati a favore dei residenti del palazzo, andato in fiamme nell'agosto 2021, è stata la movimentazione di diversi milioni di euro dall'Italia verso la Svizzera. A riportare la notizia è Il Corriere della Sera

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I magistrati milanesi hanno disposto il sequestro conservativo fino a 25milioni di euro nei confronti dei costruttori della Torre Moro dove, il 29 agosto 2021, divampò un vasto incendio che danneggiò 26 appartamenti e 13 auto. A far scattare il provvedimento dei magistrati è stata la movimentazione di diversi milioni di euro dall'Italia verso la Svizzera. A riportare la notizia è Il Corriere della Sera.  (LE FOTO - IL PROGETTO DI RICOSTRUZIONE)

Il sequestro

Secondo quanto riporta il quotidiano, la tempistica con cui è stato preparato il trasferimento dei conti in Svizzera ha destato sospetti al Tribunale civile di Milano che ha ritenuto questa condotta espressione di “atti distrattivi del patrimonio immobiliare, emblematici dell’intento di sottrarsi all’adempimento dei rilevanti obblighi risarcitori” possibili in futuro all’esito del processo. Per questo, con due provvedimenti cautelari d’urgenza delle giudici Grazia Fedele e Ilaria Gentile, il Tribunale civile ha disposto, a favore del condominio di via Antonini 32/34 tutelato dai legali Alessandro Keller e Roberto Panetta, il sequestro conservativo fino a 25 milioni di euro sui beni a vario titolo dell’amministratrice della società committente e venditrice degli alloggi «Polo srl» Stefania Grunzweig, moglie e nuora dei titolari della «Moro costruzioni srl» e appunto di Alberto e Roberto Moro. Venticinque milioni corrispondono al valore dei danni stimato dal Tribunale nell’accertamento tecnico preventivo richiesto da Società Reale Mutua Assicurazioni per rivalersi sugli eventuali responsabili dell’incendio da indennizzare.

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Le indagini sull'incendio

Per l’utilizzo di pannelli di rivestimento esterno a elevata combustibilità il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Marina Petruzzella nell’avviso di conclusione delle indagini e nella richiesta di rinvio a giudizio hanno contestato il reato di disastro colposo non solo a quanti introdussero i pannelli Larsen PE sul mercato italiano, e cioè i vertici della produttrice spagnola Alucoil, il partner italiano Cantori Alluminio srl, e l’azienda subappaltatrice Zambonini, ma anche ai costruttori della famiglia Moro che, secondo i magistrati, quando i condomini nel 2013 lamentarono l’anomalo annerimento dei pannelli, diedero “una artificiosa risposta”, tacendo le reali caratteristiche dei pannelli. 

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