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Incendio a Milano, si indaga su "effetto lente" come causa

Lombardia
©Ansa

Questa è una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti milanesi che lavorano "per esclusione" sulle cause del rogo. Ed è stata scartata già la possibilità di un cortocircuito

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Si sta verificando anche il cosiddetto "effetto lente", ossia la possibilità che il fuoco divampato otto giorni fa, e che ha incendiato la Torre dei Moro a Milano (LE FOTO), sia stato originato da un oggetto di vetro, come una bottiglia lasciata sul balcone dell'appartamento al 15esimo piano, che ha riflesso i raggi solari su un altro oggetto, come un rifiuto, il quale per l'alta temperatura ha iniziato a bruciare. Questa è una delle ipotesi al vaglio degli inquirenti milanesi che lavorano "per esclusione" sulle cause del rogo. Ed è stata scartata già la possibilità di un cortocircuito. (LE INDAGINI - LE DICHIARAZIONI DI GIUSEPPE SALA)

interno del grattacielo bruciato a Milano - ©Ansa

Le indagini

Nelle indagini gli investigatori stanno verificando, oltre agli aspetti relativi alla sicurezza del grattacielo di 18 piani, le cause del maxi rogo che si è originato certamente in un appartamento al 15esimo piano e molto probabilmente sul balcone. Come detto, è stata esclusa l'ipotesi di un cortocircuito, dato che il proprietario dell'abitazione e suo figlio, che viveva lì, hanno messo a verbale che la corrente elettrica era staccata (conferma che sarebbe arrivata dall'analisi sui consumi), così come il custode del palazzo. Le indagini si stanno concentrando ora sull'ipotesi dell'effetto lente, ossia di un caso fortuito: i raggi solari che vengono riflessi da una bottiglia e incendiano un rifiuto. Non ci sono certezze, ma è un'ipotesi che viene presa in considerazione. Gli inquirenti dovranno anche ascoltare i responsabili della Moro Real Estate, che ha realizzato la Torre, e quelli della Aza Corp (ex Aghito Zambonini) che ha realizzato il rivestimento esterno, che ha bruciato in pochi minuti perché fatto di "materiale altamente infiammabile". Diversi gli elementi, secondo i pm, che hanno reso la Torre "insicura".

Nuovo sopralluogo dei pm

Nel pomeriggio nuovo sopralluogo del pm di Milano Marina Petruzzella, che coordina le indagini insieme all'aggiunto Tiziana Siciliano. Nell'inchiesta per disastro colposo gli inquirenti stanno analizzando la documentazione raccolta finora, tra cui i faldoni della concessione edilizia e il materiale sequestrato venerdì scorso nelle perquisizioni alla Aza Aghito Zambonini di Fiorenzuola (Piacenza), che avrebbe realizzato il rivestimento esterno del grattacielo, costituito da pannelli che avrebbero fatto propagare velocemente le fiamme perché "altamente infiammabili". Al momento, è stato accertato che il grattacielo presentava diverse falle in tema di sicurezza, a partire dall'allarme e dai sistemi antincendio, che non avrebbero funzionato a dovere, fino ai materiali non ignifughi della struttura esterna a forma di vela.