Pavia, detenuto appicca un incendio all’interno della sua cella

Lombardia
Foto di archivio (ANSA)

È accaduto ieri pomeriggio. Durante l’intervento per spegnere le fiamme e riportare alla calma l’uomo, 40 anni, una guardia è stata colta da infarto ed è stata operata d’urgenza all'ospedale Humanitas di Rozzano 

Ieri pomeriggio un detenuto del carcere di Pavia ha appiccato un incendio all’interno della sua cella, utilizzando uno sgabello di legno e altro materiale infiammabile. Durante il successivo intervento per spegnere il fuoco e riportare alla calma l'uomo, un 40enne italiano, un assistente capo della polizia penitenziaria è stato colpito da un infarto e si è accasciato a terra: trasportato d'urgenza all'ospedale Humanitas di Rozzano, è stato sottoposto a un intervento chirurgico e attualmente è ricoverato al reparto di terapia intensiva dell'unità coronarica.
Da quanto si è appreso, il detenuto aveva chiesto il trasferimento in un altro reparto della casa circondariale. Una seconda squadra di agenti è successivamente intervenuta per evacuare buona parte delle persone rinchiuse nelle celle vicine, perché rischiavano di essere intossicati dal fumo.

La nota dell'Osapp

A rendere noto l’accaduto è stato il sindacato Osapp, che nell’esprimere solidarietà e vicinanza alla guardia colta dal malore, “lamenta la mancanza di mirati interventi terapeutici per lo scompenso psichico di alcuni soggetti che sono già noti allo staff medico dell'Asst di Pavia che gestisce il servizio di medicina penitenziaria. Infine, ancora una volta, si pone in evidenza la difficoltà del personale di polizia penitenziaria che, impoverito delle normali risorse umane, è dovuto comunque intervenire con estrema difficoltà a causa degli inesistenti mezzi di protezione per contrastare tali fenomeni”.

Giaconia: "Fallimento del buonismo nella gestione delle carceri"

Sull’episodio è intervenuto anche il segretario regionale dell’Osapp, Salvatore Giaconia. "La situazione delle aggressioni al personale di polizia, delle rivolte e delle devastazioni, che come sindacato stiamo denunciando, dimostra il fallimento del buonismo nella gestione dei penitenziari italiani”, ha dichiarato. “Le regole necessarie al mantenimento dell'ordine e della sicurezza nelle carceri - ha aggiunto - sono state progressivamente relegate a lettera morta, nonostante siano ben chiare nell'ordinamento penitenziario. Il carcere di Pavia è già al collasso per il crescente affollamento di detenuti, non ci sono le coerenti condizioni di sicurezza dirette a garantire un regime di sicurezza, ormai si assiste impotenti all'introduzione di sostanze stupefacenti, al ritrovamento di telefoni cellulari, agli atteggiamenti di prepotenza e violenza dei detenuti e tutto ciò ricade sulla negativa percezione della sicurezza e della fiducia che - ha concluso Giaconia - i cittadini hanno verso le istituzioni, ormai ai minimi termini”.

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